Non è facile essere l'allenatore della Juventus, Thiago Motta pensava di averlo capito, ma ora le cose iniziano a farsi abbastanza dure per lui, come dimostra l'aperta contestazione al termine della sfida di ieri sera contro il Venezia. 

I bianconeri erano reduci dall'importantissima vittoria in Champions League contro un avversario sempre ostico come il Manchester City e tutto l'ambiente bianconero era su di giri per questo risultato. Per la sfida contro il Venezia ci si aspettava dunque una conferma della crescita della formazione di Thiago Motta, ma così non è stato

Sempre alle prese con l'emergenza infortuni in difesa il tecnico italo-brasiliano ha potuto fare un turn-over minimo a centrocampo e nella batteria dei trequartisti. Tornato Di Gregorio tra i pali, davanti a lui è toccato ai "sopravvissuti": Savona a destra, Danilo a sinistra, Gatti e Kalulu nel mezzo; a centrocampo turno di riposo per Locatelli con McKennie schierato accanto a Thuram; sulla linea dei trequartisti a riposare, almeno inizialmente, è stato Conceicao, dentro Weah, Koopmeiners e Yildiz con Vlahovic riferimento offensivo.

Dopo un primo velleitario squillo del Venezia la Juventus ha subito preso in mano il pallino del gioco, ma con un possesso di palla lento e molto sterile. Per sbloccare il match è stato necessario sfruttare una situazione di palla inattiva dove lo schema con la spizzata di Thuram ha permesso a Gatti di insaccare da due passi a porta praticamente sguarnita. Dopo il gol la Juventus, però, non si è comportata da grande squadra, anzi. I bianconeri hanno fin da subito iniziato a giochicchiare, cercando di abbassare il ritmo della partita, ma il tempo a disposizione del Venezia era decisamente troppo ed anche la traversa colta da Andersen non ha funzionato da campanello d'allarme. 

Nella ripresa gli ospiti hanno trovato sempre maggior coraggio fino a riuscire a ribaltare il punteggio con le reti di Ellertsson e Idzes, con la Juventus che sembrava troppo compassata per trovare il grimaldello giusto per scardinare la doppia linea difensiva del Venezia. Alla fine il moto d'orgoglio si è palesato in pieno recupero anche grazie all'ingenuità di Candela, con un braccio tenuto decisamente troppo largo in una situazione di mischia in area di rigore. Dal dischetto Vlahovic è glaciale e spiazza il connazionale Stankovic, salvando la Juventus dalla prima sconfitta in campionato.

Alla vigilia del match e visto l'ultimo risultato ottenuto in Champions nessuno si sarebbe mai aspettato che si parlasse di una Juventus che "evita la sconfitta" contro il Venezia. Cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno quello di ieri sera è il sedicesimo risultato utile consecutivo dei bianconeri in questo campionato, con la casella delle partite perse ancora inchiodata a quota zero. In questi sedici risultati utili ci sono però ben dieci pareggi e solamente quelli con Roma, Napoli, Inter e Milan posso essere ritenuti "accettabili", ma mancare il risultato pieno contro Empoli, Cagliari, Parma, Lecce, Bologna e Venezia non è ammissibile per la Juventus.

I problemi derivanti dagli infortuni sono sotto gli occhi di tutti, ma non può essere una scusante per una squadra che sembra ancora mancare di idee ed identità. Sì, ora c'è un possesso palla prolungato, ma le alternative sia in termini di idee che di tattiche sembra scarseggiare. Un piccolo esempio c'è stato proprio durante la partita di ieri sera, quando dopo aver mantenuto a lungo il possesso la Juventus ha "chiamato" il Venezia ad alzare il proprio baricentro, per poi lanciare lungo direttamente da Di Gregorio verso Vlahovic. L'azione che si è venuta a creare era potenzialmente pericolosa, ma i bianconeri hanno tentato solamente una volta di applicarla in tutta la partita, quando nel primo tempo si sarebbe potuto costruire qualcosa di simile in diverse occasioni. 

Oltre alla reazione d'orgoglio, l'ennesima di questa stagione, l'altra buona notizia è rappresentata dal rientro tra i disponibili di Douglas Luiz e Nico Gonzalez. Si spera che il ritorno dei due sudamericani possa regalare un po' di imprevedibilità alla squadra di Thiago Motta, finora troppo legata alle iniziative personali di Yildiz o Conceicao. Lasciare per strada altri punti in impegni sulla carta facile vorrebbe dire rinunciare anche alle pretese Champions, dopo aver praticamente già abbandonato qualsiasi velleità di Scudetto.