Quando la scorsa estate la Juventus decise di dare una scossa all'ambiente cercando un allenatore che potesse dare qualcosa di nuovo alla squadra la scelta ricadde su uno degli astri più emergenti del nostro campionato, quel Thiago Motta che in due soli anni aveva portato una realtà come il Bologna a qualificarsi per la Champions League.
All'arrivo sulla panchina di un club come la Juventus, la prima panchina di prestigio per il tecnico italo-brasiliano, la pressione non poteva che essere tanta. Fin dal suo arrivo in molti avevano celebrato i suoi metodi di allenamento diversi rispetto al passato, con una grande cura soprattutto alla parte fisica, con il preparatore Colinet salito agli onori della ribalta per qualche sua frase colorita durante la preparazione atletica.
Inizia la stagione ed il percorso intrapreso sembra essere piuttosto promettente con una difesa di ferro guidata da un Bremer in forma straordinaria e una serie di clean sheet consecutivi che arriva fino all'88esimo minuto della settima giornata, quando il cagliaritano Marin trasforma con freddezza un calcio di rigore assegnato dopo un'ingenuità di Douglas Luiz all'interno della propria area di rigore. Da quel momento la squadra bianconera sembra aver fermato il proprio percorso di crescita a 360 gradi. Nella partita con il Cagliari la Juventus trovò il vantaggio nel primo tempo, mentre nella ripresa i bianconeri calarono con le sostituzioni che tolsero equilibrio alla squadra.
Tre mesi dopo la situazione della Juventus è rimasta esattamente la medesima, senza nessun segno di crescita evidente. Una squadra capace di andare spesso in vantaggio, ma che non sa chiudere la partita (Inter, Lecce, Venezia, Fiorentina) e le cui sostituzioni sembrano quasi pre-impostate indipendentemente dall'andamento della gara. Pensate che in campionato Vlahovic è stato sostituito ben in sette occasioni sulle sedici presenze complessive, senza che la Juventus avesse mai a disposizione una punta per sostituirlo: nella maggior parte dei casi l'uscita del centravanti serbo è equivalsa ad un abbassamento improvviso del baricentro juventino, con la difesa avversaria che poteva comodamente alzarsi e quindi permettere di creare una grande densità all'interno della metà campo avversaria. Ma il caso più eclatante è senza dubbio quello di Thuram: dieci le presenze da titolare in campionato, in ben sette occasioni è stato richiamato da Thiago Motta in panchina prima della fine della partita. In questa prima parte di stagione il francese è forse il giocatore che è cresciuto di più sotto tutti i punti di vista, l'elemento di equilibrio della squadra che riesce a garantire una grande quantità in mezzo al campo, togliendolo spesso si sono aperti dei varchi in cui i centrocampisti avversari hanno potuto inserirsi e arrivare addirittura all'interno dei sedici metri juventini.
Nella semifinale di Supercoppa, dopo aver trovato il vantaggio nel primo tempo, la Juventus ha iniziato a soffrire ad inizio ripresa e la sostituzione di Vlahovic ha permesso ai rossoneri di alzare ulteriormente il proprio baricentro con il risultato che nel giro di dieci minuti dall'uscita del serbo la formazione di Conceicao è riuscita a ribaltare il punteggio, seppur in maniera tragicomica visto il clamoroso autogol di Federico Gatti. Quello che ha fatto più male è stata l'assoluta mancanza di reazione da parte di giocatori e tecnico. Dopo il 2-1 rossonero Thiago Motta si è messo in un angolo con una posizione del corpo quasi rinunciataria, mentre la squadra ha fatto davvero ben poco per rimettere in piedi la partita nonostante i quasi venti minuti a disposizione.
La sensazione è che a questa Juventus manchi fiducia in sé stessa e una scintilla che possa far riprendere il percorso virtuoso che si era visto nelle primissime uscite stagionali. Molto ci si attende dal mercato, con l'arrivo sicuro di almeno un difensore, se non due, ma qualche cosa potrebbe essere fatta anche nel reparto offensivo per concedere davvero un po' di riposo a Vlahovic senza che il gioco della squadra ne risenta così pesantemente. Qualcosa però potrebbe essere fatto anche dal punto di vista tattico: fin da inizio stagione Thiago Motta ha schierato la squadra con il 4-2-3-1, senza mai variare sul tema, anche quando era fondamentale arrivare alla vittoria a discapito della "bellezza" del gioco. Con quasi una settimana a disposizione, un lusso che finora non c'era mai stato, Thiago Motta potrebbe pensare ad altro in vista di un gennaio che si preannuncia davvero decisivo per il proseguo della stagione bianconera.
Per tutta la Juventus il tempo a disposizione per invertire questa tendenza è davvero agli sgoccioli. Se di percorso, o di progetto, si tratta, ora si devono iniziare a vedere i primi effetti positivi, un qualcosa che possa restituire un minimo di ottimismo in un ambiente in questo momento davvero depresso.