Non smette di serpeggiare l’idea secondo cui il Napoli avrebbe vinto il campionato per caso. Da una parte la malafede di una fazione della stampa e dall’altra la disabitudine al successo di alcuni tifosi e appassionati. Una disabitudine, questa, che è l’altra faccia di un antico complesso di inferiorità che disconosce con facilità ogni merito, attribuibile ogni volta solo ai club che detengono tre quarti dell’albo d’oro della serie A.
Tirare in ballo il caso e chissà quali presunte coincidenze astrali sul successo della scorsa stagione fa parte della fase persecutoria riservata a una squadra e a un club su cui questa possibilità era stata messa in conto un minuto dopo il triplice fischio del 4 maggio 2023. L’aggressione delle critiche che hanno isolato questa stagione come fosse l’unica disputata dal Napoli negli ultimi quindici anni e come fosse l’unica annata da prendere in considerazione nell’arco di una storia che ha invece visto il Napoli spesso protagonista, adotta come bandiera di battaglia proprio la casualità.
Dal 2010 all’anno scorso gli azzurri sono arrivati 8 volte tra le prime 3 e in più di una stagione hanno lottato per la conquista del titolo, senza considerare che il Napoli è il club che detiene il record italiano di numero di qualificazioni consecutive in Europa tra Champions ed Europa League a dispetto di alcuni club molto più potenti economicamente che in qualche annata hanno dovuto rinunciare alla possibilità di partecipare alle coppe.
Il rendimento della squadra negli anni, il numero di punti, i posizionamenti e le numerose grandi prestazioni contro i migliori club europei hanno dimostrato nel tempo una costante evoluzione della squadra, raramente interrotta da bassi di natura fisiologica. Un processo arricchito e avvalorato, oltre che dal successo dello scorso anno, dalla conquista di tre Coppe Italia e una Supercoppa.
Il numero di titoli nazionali, tra coppe e scudetto, mette i partenopei tra le prime del calcio italiano negli ultimi tre lustri. E, considerando quanto e come il calcio stia imponendo ai club mutamenti radicali e rapidi, durare così a lungo per una squadra e una società che non dispongono di uguali possibilità economiche quanto quelle di quelle più blasonate è un aspetto che tutto dimostra tranne che una ipotetica casualità. Al massimo, volendo leggerne fondi più significativi, dovrebbe imporre ben altre riflessioni. E, visti gli ultimi tempi, anche ben altri apprezzamenti.