Dopo tre pareggi consecutivi la Juventus torna, finalmente, a vincere e lo fa contro un avversario non banale come il Milan. Una vittoria che ha un significato molto importante per tutto l'ambiente bianconero, dopo un periodo di insofferenza per i risultati sul campo e per quello che stava accadendo al di fuori di esso.
L'emergenza infortuni in casa Juventus sembra non voler smettere mai, ma Thiago Motta riesce comunque a portare in panchina almeno Vlahovic, in compagnia del nuovo acquisto, il portoghese Alberto Costa, in attesa che si riesca a definire anche l'arrivo di Kolo Muani. I bianconeri sono scesi in campo con il consueto 4-2-3-1 con Cambiaso e McKennie esterni di difesa, Gatti e Kalulu a comporre la coppia centrale, Thuram e Locatelli in mezzo al campo e in avanti il quartetto composto da Yildiz, Koopmeiners, Mbangula e Nico Gonzalez come riferimento offensivo. Dall'altra parte anche il tecnico rossonero Conceicao conferma il solito 4-2-3-1 con Abraham in attacco sostenuto da Musah, Reijnders e Leao.
La partita si apre subito su ritmi altissimi con occasioni importanti da entrambe le parti. La Juventus in particolare appare molto aggressiva fin dai sedici metri avversari, impedendo al Milan di costruire facilmente e recuperando diversi possessi già nella metà campo rossonera. Nonostante le diverse chances che entrambe le squadre riescono a costruire il primo tempo si chiude a reti bianche, sia per l'imprecisione degli attaccanti, sia per la belle chiusure di difese e portieri. A preoccupare la Juventus però è un problema muscolare che occorre a Yildiz sul finire della prima frazione.
La ripresa infatti con un cambio tra le fila bianconere con il tecnico Thiago Motta che preferisce non rischiare la stellina turca mandando in campo al suo posto Tim Weah, un cambio che si rivelerà poi fortunato e decisivo per le sorti del match.
Nel secondo tempo la Juventus inizia a prendere sempre più campo ed il Milan palesa una difficoltà via via maggiore nel superare le linee di pressione juventine. La partita si sblocca al quarto d'ora della ripresa con un'azione rapida della Juventus che riesce a trovare Mbangula piuttosto libero nei pressi dell'area di rigore rossonera, l'esterno entra nei sedici metri avversari e calcia di prima intenzione, trovando una deviazione di Emerson Royal che rende la traiettoria imparabile per Maignan. Dopo la rete di Mbangula i bianconeri hanno dimostrato, finalmente, di essere cresciuti dal punto di vista della personalità e di aver imparato le lezioni impartite dagli ultimi pareggi. Passano appena quattro minuti che l'ennesimo pallone rubato da Thuram diventa una preziosa verticalizzazione per Weah, il figlio dell'ex attaccante rossonero non si fa pregare, punta Tomori e poi insacca la rete del definitivo 2-0.
Dopo il pareggio, positivo, con l'Atalanta quello che si è visto ieri è stato finalmente uno step di crescita importante per la formazione allenata da Thiago Motta. Nel post-partita della gara contro gli orobici anche McKennie si era "lamentato" della scarsa capacità di chiudere il match dopo essere andati in vantaggio, mentre ieri sera contro i rossoneri l'uno-due rifilato agli avversari in meno di cinque minuti è stato decisivo per tornare alla vittoria.
Ora Locatelli e soci dovranno dare seguito a questo tanto invocato percorso di crescita. Saper chiudere le partite è un requisito fondamentale, per qualsiasi competizione e contro qualsiasi avversario. Le grandi squadre della storia del calcio non sono sempre state bellissime, ma hanno sempre avuto la forza di azzannare le partite e le avversarie nel momento giusto, chiudendo le partite con un discreto anticipo per poi amministrare il punteggio, esattamente come fatto dalla Juventus ieri sera. La speranza per tutto il popolo bianconero, a partire da Thiago Motta, è che ora gli infortuni diano un po' di tregua per poter continuare a lavorare in questa direzione.
Il resto del lavoro tocca alla dirigenza, con Giuntoli in testa, per rimpolpare la rosa dove ce n'è più bisogno, possibilmente cercando di trattenere tutti gli uomini migliori, Cambiaso compreso.