La crisi della Juventus sembra non avere fine. Anche nel derby di Torino andato in scena ieri pomeriggio i bianconeri non sono riusciti ad andare oltre al pareggio, subendo un gol anche in questa giornata.
Viste le assenze di Vlahovic, Conceicao e Locatelli, oltre alle condizioni non ancora eccellenti di Cambiaso il tecnico bianconero rispolvera Douglas Luiz lanciandolo dal primo minuto, in difesa tocca ancora a McKennie nel ruolo di terzino sinitro, in attacco Yildiz è dirottato sulla corsia di destra con Mbangula sulla sinistra e Nico Gonzalez come riferimento centrale.
Ancora una volta la Juventus riesce ad andare in vantaggio, questa volta grazie ad una perla di Yildiz che si libera di tre uomini e lascia partire una conclusione di sinistro da fuori area che sorprendere Milinkovic-Savic sul primo palo. Al 20' gli uomini di Motta troverebbero anche il raddoppio con Nico Gonzalez dopo un contropiede spinto da Mbangula, ma la posizione di partenza dell'ex Fiorentina è di fuorigioco per pochissimi centimetri. Dopo aver sfiorato un'altra rete con un colpo di testa di Gatti che si perde di pochissimo sul fondo i bianconeri, come al solito, abbassano improvvisamente il loro baricentro, venendo puniti nel recupero del primo tempo dalla rete di Vlasic con la sfera che va a sbattere sul palo prima di terminare la sua corsa in fondo al sacco alle spalle di Di Gregorio.
Al rientro dagli spogliatoi il Torino sembra voler azzannare subito la partita con la Juventus che invece sembra ancora tramortita ed emotivamente fragile. Dopo un primo quarto d'ora però i bianconeri alzano di nuovo la pressione dalle parti di Milinkovic-Savic con diverse conclusioni che chiamano in causa il titanico portiere granata, la più pericolosa è senza ombra di dubbio quella "sporca" di Nico Gonzalez con l'estremo difensore granata che si deve estendere completamente per evitare che la sfera varchi la linea di porta. Nonostante i vari tentativi il punteggio alla fine è di nuovo di parità, con i bianconeri che arrivano addirittura a quota dodici pareggi in diciannove giornate di campionato disputate.
La Juventus sembra non saper più vincere e le squadre avversarie ne stanno prendendo sempre più coscienza. Per l'ennesima volta in campionato i bianconeri si sono fatti rimontare dopo aver trovato la rete del vantaggio, con il Torino che per diversi minuti è sembrato anche più desideroso di portare a casa la vittoria finale. In questo momento Yildiz e soci sembrano essere una squadra mentalmente molto fragile e se fino a qualche settimana fa poteva essere sufficiente una piccola scossa per sperare di tornare a percorrere un cammino positivo, ora la crisi sembra essere molto più profonda e radicata.
Alle spalle della squadra per altro c'è una società che sembra non essere molto solida e presente e che permette che girino fin troppe voci e dicerie su quello che succede negli spogliatoi. Dalle liti con Danilo, alle serate di Vlahovic, passando per alcuni atteggiamenti "discutibili" da parte di qualche dirigente; questi rumors non fanno certamente bene all'ambiente, ma sembra che non vi sia molto interesse nel tenerli nascosti mettendo al riparo una squadra sicuramente giovane e che ancora non sa far fronte a determinate situazioni. Anche il ritorno di Chiellini non sembra essere servito a molto con l'ex capitano tenuto quasi volentieri lontano dalle situazioni di campo, impegnato più a fare da uomo immagine e uomo di politica della società.
Se la Juventus, intesa come società tutta, vuol tornare presto ad onorare il motto coniato da Giampiero Boniperti dovrà invertire presto la rotta, a tutti i livelli. Già da questo mercato Giuntoli dovrà dimostrare di saper tirare fuori il coniglio dal cilindro, facendo fronte ad una situazione economica certamente non scintillante. La dirigenza dovrà imparare a proteggere di più tutto l'ambiente, impedendo la fuoriuscita di notizie e ricostruzioni che certamente non fanno bene. Da Thiago Motta invece ormai è lecito aspettarsi qualcosa in più, un profondo lavoro a livello emotivo e mentale sui giocatori, ricostruendo rapporti che si stanno evidentemente deteriorando per evitare di incappare in situazioni negative come quella che ha portato, di fatto, alla rottura dell'ormai ex capitano Danilo.
Insomma dalla dirigenza in giù tutto l'ambiente ha bisogno di un profondo lavoro di assestamento, di un vero e proprio elettroshock, piuttosto che di una semplice scossa portata dal mercato. Un ambiente che ha bisogno di ricompattarsi e poter tornare a dire orgoglioso che vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta.