di Paolo Pierangelo
3a puntata
Il Pescara giocò fino al 1955 nel mitico campo del Rampigna, poi alla fine di quell'anno si trasferì nel nuovo impianto dello stadio Adriatico, che ancora oggi è teatro delle partite dei biancazzurri.
Gli anni cinquanta furono avari di soddisfazioni per i biancazzurri, che erano retrocessi dalla serie C alla quarta serie, impegnati quindi in vari deby abruzzesi, su tutti quello più sentito era contro il Chieti.
Con i neroverdi teatini ci fu un avvincente testa a testa in quel periodo, per conquistare la promozione in serie C, ma alla fine la spuntò il Chieti per un solo punto, con il Pescara che si classificò al secondo posto.
Diversi allenatori passarono sulla panchina adriatica, arrivarono quindi gli anni '60 ed i biancazzurri trascorsero il decennio stabilmente in serie C, tra alti e bassi e non riuscivano ad imporsi per tornare tra i cadetti.
Una formazione del Pescara a metà degli anni '60
Bisognerà attendere il 1974, quando il Pescara riuscì al termine di una stagione esaltante, a tornare in serie B dopo una lunga assenza ed anche l'entusiasmo in città fu ben avvertito.
I biancazzurri disputarono dei buoni campionati tra i cadetti, ma il trionfo arrivò nel 1977, dopo una lunga cavalcata culminata negli spareggi con Atalanta e Cagliari, il Pescara di mister Cadè conquistò la storica promozione in serie A sul campo neutro di Bologna, dove ci fu l'esodo dei 40000 tifosi al seguito.
La rosa del Pescara che conquistò la serie A nel 1977, si riconoscono Nobili, mister Cadè, il massaggiatore Rapino, Repetto, capitan Zucchini e Prosperi.
In quella squadra giocavano il portiere Piloni (storico vice di Zoff alla Juve), il grande capitano Zucchini, il centrocampista Repetto (oggi direttore) ed il fantasista Nobili, dotato di classe cristallina ; bravi e determinanti anche tutti gli altri, un vero gruppo unito dentro e fuori dal campo, sotto la conduziione tecnica di mister Cadè.
Continua...
