Il pallone ha smesso di rotolare e per la Juventus è arrivato il tempo di programmare il futuro e gestire le vicende extra-campo. Nelle ultime ore sono emerse due notizie che hanno, come sempre, diviso molto la tifoseria bianconera: il licenziamento "per giusta causa" di Massimiliano Allegri e il ritorno tra le braccia dell'ECA.

Partiamo dall'analizzare la decisione di notificare all'ormai ex mister il licenziamento per giusta causa. La notizia era nell'aria già dopo la finale, vinta, di Coppa Italia. Negli ultimi scampoli di partita Allegri si era lasciato andare ad un nervosismo piuttosto evidente nei confronti dell'arbitro con la conseguente espulsione, ma la vera esplosione di rabbia era arrivata solo dopo il triplice fischio finale con il livornese che si era dapprima fatto notare per dei gesti non propriamente affettuosi verso qualcuno della dirigenza juventina, con tutti gli indizi che portavano a Giuntoli, e poi al diverbio con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago. Ma se con il giornalista la frattura era stata ricomposta qualche giorno dopo con una visita a sorpresa di Allegri negli uffici della testata giornalistica, altrettanto non si può dire del rapporto con Giuntoli. 

Ovviamente i comportamenti di Allegri ed il diverbio con Giuntoli sono stati solamente la "motivazione" dietro ad una scelta, evidentemente, di tipo economico. Se venisse confermato il licenziamento per giusta causa la Juventus sarebbe infatti sollevata dal corrispondere ad Allegri lo stipendio per l'ultimo anno di contratto, con un risparmio piuttosto importante per le casse bianconere che, come sappiamo, risultano essere in difficoltà già da qualche anno. La risposta dell'ormai ex allenatore non si è fatta attendere ed anzi è già arrivata la notifica del ricorso contro la decisione dei vertici bianconeri, con la vicenda che finirà conseguentemente in tribunale. L'ennesima fine poco gloriosa di un rapporto che nel passato recente della storia juventina ha portato a tante, tantissime gioie e soprattutto una moltitudine di trofei. Una decisione che sembra avere però un sottile filo rosso con l'altra notizia che ha sconvolto il popolo bianconero nelle ultime ore.

Ieri, un po' all'improvviso, è arrivata infatti la dichiarazione del presidente del PSG Nasser Al-Khelaïfi in cui la Juventus veniva "riabbracciata" all'interno dell'ECA. Una notizia che, di fatto, ha sepolto le possibilità del club bianconero di continuare a lavorare in ottica progetto Superlega, tornando a far parte di quella schiera di società che collaborano fattivamente per consentire all'UEFA di esercitare il proprio monopolio sul calcio europeo, come recentemente riconosciuto dal Tribunale di Madrid. Questa notizia ha gettato quasi nel panico la tifoseria juventina che, in gran parte, non si aspettava questo repentino cambio di direzione, soprattutto dopo gli evidenti soprusi a cui la Vecchia Signora era stata sottoposta dopo aver aderito e portato avanti l'idea della Superlega come una delle tre superstiti assieme a Barcellona e Real Madrid.

Se ad un occhio disattento queste due notizie sembrano essere scollegate tra di loro, c'è invece un nesso piuttosto evidente, un nesso che ha il nome e cognome di Andrea Agnelli. Queste due decisioni del nuovo vertice juventino cancellano di fatto quelle che erano state due tra le ultime scelte più importanti dell'ormai ex Presidente bianconero, ovvero il ritorno di Allegri sulla panchina e la lotta per cambiare l'inerzia del sistema calcio. Insomma un vero e proprio colpo di spugna volto a tagliare i ponti con il passato più recente della propria storia. Impossibile dire se queste mosse saranno state avvedute o fruttuose, almeno nel futuro prossimo, parafrasando Manzoni non resta che affidare ai posteri quest'ardua sentenza.