Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, ha parlato della sua stagione nel corso di  un'intervista concessa a DAZN.

Intervista a Lobotka

Gol? "In partita ci provo, quando sono vicino alla porta, provo sempre a trovare la soluzione migliore, a volte mi manca essere come gli attaccanti, più decisivo".

Conte? "Cosa è cambiato con Conte? Penso la mentalità e poi la fase difensiva. Difendevo anche prima, ma adesso lui mostra meglio come fare, come cambiare gioco, devo giocare più avanti. Anche quando ricevo la palla, so quello che devo fare prima. Prima che arrivasse già sapevo fosse un grande allenatore. Lo avevo già sentito da Skriniar, quando lui era all'Inter: i suoi allenamenti sono molto duri. Mi ha dato molte cose, sulla mentalità, come migliorare al livello successivo. Perché prima pensavo che un certo tipo di cose non potessi farle. Dal primo giorno ho sentito che non era un allenatore come gli altri, si percepiva subito la sua personalità. "Ok è il miglior allenatore che potessimo scegliere" ho pensato al primo allenamento. Ho subito iniziato a capire, "Wow, sarà tosta questa stagione", ma lui ovunque è andato ha vinto campionato o altri titoli. So che che è difficile, ma lui può portarmi a un altro livello sia dentro che fuori dal campo". 

Conduzione della palla? "Sono piccolo e cerco sempre di aiutare la squadra nello spazio portando palla. Ora è più difficile, dopo 2-3 anni che sono qui le squadre mi conoscono, prima non mi conoscevano e mi lasciavano più spazio e io ero felice". 

Chi è superiore nel mio ruolo? "Forse due o tre, ma le persone o gli allenatori preferiscono diversi tipi di giocatori. Alcuni vogliono un play forte fisicamente, altri uno che fa più gioco. E' difficile da dire, penso comunque di essere in una Top 5!".

Il mio calcio? "Quando ricevo palla e io provo ad aprire, se mi sposto col corpo nessuno se lo aspetta e chi mi pressa correndo non ha più l'opportunità di stoppare e prendermi la palla. Così io oriento lo stop e gli giro attorno, perché so che nessuno se lo aspetta". 

Ruoli da piccolo? "Ero un'ala. Da piccolo segnavo tanti gol, facevo assist, ma quando sono cresciuto mi sono spostato più dietro per giocare di più il pallone e così sono diventato un centrocampista".