Tudor ora, Mancini in futuro? E' una delle idee vagliate dalla Juventus per la panchina della prossima stagione. Un tema su cui l'ex CT della Nazionale ha sorvolato, a margine del laboratorio 'Il giurista entra in campo' nell'ambito dell'Academic Gym con Guglielmo Stendardo alla LUISS. Ecco le sue dichiarazioni riprese dall'Ansa.
Sul futuro
"Vediamo quello che verrà, nel calcio può cambiare tutto dalla sera alla mattina. Bisogna saper scegliere. Motta? Non ho idea di cosa sia successo, tutti gli allenatori incidono sulla propria squadra, poi a volte i risultati vengono o meno. Se le cose non vanno è giusto che ci si prenda anche delle colpe. Ma bisogna dare il tempo per incidere. In Italia se le cose non vanno l'allenatore viene messo subito in discussione. Un manager deve avere una visione, essere empatico con il club e riuscire a trasferire il proprio pensiero. Ma credo che se si punta su un allenatore bisogna concedergli tempo e supporto. Anche da parte dei dirigenti serve una visione, dal direttore sportivo ci si aspetta che compri giocatori. Nessuno riesce a vincere sempre, ma quando si perde credo sia importante rialzarsi subito".
Sul calcio italiano
"Abbiamo avuto decenni di giocatori incredibili, adesso è qualche anno che ce ne sono di meno. Troppi stranieri? Ai nostri tempi erano campioni e miglioravano i giovani, se si prendono stranieri che valgono poco meglio dare un'opportunità ai giovani italiani".
Sulle esperienze estere
"Ho lavorato in Inghilterra per quattro anni e arrivare a vincere facendo un buon percorso credo sia la cosa migliore. Il Manchester City mi chiese di vincere la Premier dopo 5 anni, la vinsi dopo 3 e poi le cose migliorarono ancora. Gli allenatori italiani erano e sono ancora molto avanti, ma alla fine se hai giocatori forti vinci altrimenti no".