Pietro Pellegri, attaccante dell'Empoli, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a “Il Tirreno” della sua stagione e dei gol segnati nelle ultime giornate di campionato.

Intervista a Pellegri

Gol?


“Non mi era mai successo di segnare tre gol nelle ultime 3 partite, semplicemente perché non avevo mai giocato con tanta continuità. Credo fermamente che ogni attaccante che ha il merito e la fortuna di arrivare in Serie A il suo mestiere lo sappia fare. Quindi se gioca poi capita pure che segni.”


Esultanza?

“Si, prima sono corso ad abbracciare D’Aversa, perché il mister mi sta dando fiducia e spazio, poi ho mostrato la maglia di Haas perché questa rete è dedicata a lui dopo il grave infortunio accusato pochi giorni fa”

Infortuni in carriera?

“Mi sono stancato di essere etichettato come quello che si fa sempre male. Non è così. Non ho mai avuto infortuni particolarmente gravi, ma noie muscolari. D’altra parte è da 7 anni che sono a questi livelli, tra Serie A e Ligue 1, oggi ne ho 23 e credo che alla fine sia normale. Tutti noi calciatori lavoriamo stressando il fisico ogni giorno e a tutti capitano infortuni e contrattempi. Oggi, però, conosco meglio il mio corpo e riesco ad amministrarmi.”

In che senso?

“Che se una palla è persa è persa, inutile fare sforzi che non servono alla causa. Vale per le partite come per gli allenamenti, ma sono cose che impari col tempo.”

Milan?

“E’ così. Quella parentesi è stata molto formativa. Vedevo tutti i giorni come lavorano certi campioni e la società rossonera è al top a tutti i livelli.”

L’ambiente Empoli, invece, la sta aiutando?

“Moltissimo. Devo ringraziare il direttore sportivo Gemmi, che mi ha trasmesso subito grande fiducia, così come tutto l’ambiente. Ripagarla è uno stimolo, ovviamente.”

E’ questo il segreto dell’Empoli?

“Penso di sì. L’ambiente è davvero splendido, unico. Società e tifosi fanno di tutto per metterti nelle migliori condizioni e non ho mai trovato uno spogliatoio unito come è oggi il nostro. La mattina ti svegli e non vedi l’ora di arrivare al campo. Quello con i compagni, staff e tutti quelli che ruotano intorno alla squadra non è un semplice gruppo di lavoro ma una famiglia.”

Che vuole arrivare dove?

“Che deve continuare così perché il nostro obiettivo, la salvezza, è ancora da costruire e conquistare”.

E Pellegri? Magari un pensierino alla Nazionale….

“Pellegri per primo vuole e deve continuare così. E l’unico obiettivo è quello di squadra. Il resto sarà una conseguenza.”