Sergio Conceicao, allenatore del Milan, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Juventus, valida per la semifinale di Supercoppa Italiana in programma domani a Riyad.
Le parole di Conceicao
Come sono stati i primi giorni?
"Ho trovato una squadra umile, che vuole imparare, che vuole capire cosa vuole l'allenatore che ha ora. E questa è la base per lavorare con qualità. C'è stato poco tempo per lavorare, ma siamo stati incisivi nel dire dove la squadra deve migliorare in vari momenti del gioco per essere competitivi già domani".
Cosa vuol dire affrontare subito la Juventus?
"Il timing è quello che è. Chiaro che avrei voluto più giorni per lavorare e più giocatori disponibili, ma quando sono arrivato sapevo già di questa situazione. Quindi non ci sono scuse. Testa alta. Stiamo preparando la partita per essere incisivi, senza avere troppe informazioni nella testa, per cercare di vincere".
Domani affronta suo figlio...
"Non sono per niente emozionato, sono raffreddato e ho un po' di febbre. A casa sono il padre di Francisco, domani sarà un avversario. Lui la pensa allo stesso modo. Nessuna emozione, lo voglio battere".
Meglio affrontare la Juve?
"Possiamo solo lavorare: le parole non contano niente, in questi grandi club contano i risultati. E il risultato che cerchiamo è vincere domani".
È cresciuto suo figlio?
"Giocatore di qualità, tecniche, di capire il gioco, della tattica che si prepara. Ha anche qualità fisiche. La Juve ha tanti giocatori di qualità, giovani, che lavorano e capiscono cosa vuole Motta. Io non è che voglio incastrare il talento o la qualità, ma dobbiamo essere compatti, aggressivi e lavorare come squadra. Solo così secondo me il calcio funziona".
Che idea si è fatto di Tomori?
"Non ho avuto tempo di parlare di mercato. Tomori è a disposizione".
Qual è il timbro che vuoi lasciare?
"Dobbiamo lavorare ogni giorno, non sono un visionario per pensare tra sei mesi. Lavoro ogni giorno per avere i risultati, poi si faranno i conti. C'è la pressione, ma domani lo stadio è pieno: sono felice, facciamo un lavoro fantastico, guadagniamo soldi, siamo conosciuti, siamo fortunati. Dobbiamo fruttare questo talento che Dio ci ha dato per fare bene".