La trasferta di Empoli per il Napoli rievoca un campionario letterario e romantico. E il fondo è amaro. Dai ricordi delle gare di grandi accoglienze ai tempi di Maradona alla genesi cinematografica di È stata la mano di Dio, fino alla scossa emotiva che due stagioni fa vide gli azzurri capitolare in Toscana dopo una clamorosa rimonta nei minuti finali degli empolesi. Fu in quella domenica da terzo posto e tante polemiche che nacque il Napoli di Spalletti. Quello che sarebbe diventato campione.
Adesso le condizioni sono tutte diverse. Il Napoli è lontano dall’Europa, dagli entusiasmi, da se stesso. Pure il ricordo recente del tricolore sembra indebolirsi davanti a un’annata che scorre senza mai aver mai mostrato una reazione duratura e consolidata in una sequenza significativa di risultati. Il Napoli torna ad Empoli con la malinconia dissimulata dentro la voglia di poter azzerare tutto prima possibile per poter ricominciare daccapo.
L’Empoli invece ha molto da chiedere a questo momento del campionato. Nicola vede i suoi un punto sopra la retrocessione. Un solo passo sopra la terzultima. Troppo poco per sentirsi fuori da una lotta che coinvolge sette squadre. A sei gare dalla fine ogni partita diventa decisiva. Ogni punto può risultare determinante. In questo frangente le motivazioni dei toscani possono prevalere su quelle di un Napoli che può puntare solo su orgoglio e sull’ipotesi di una qualificazione in Europa League o in Conference che però non sembrano risultare così raggiungibili. Non tanto per la classifica, ma per una ormai mancanza di continuità.
Bereszynski, Walukiewicz e Luperto formeranno la difesa a tre dei padroni di casa. Marin resta favorito su Grassi e Niang dovrebbe essere il titolare per il centro dell’attacco. Calzona deve rinunciare a entrambi i terzini sinistri naturali. Mazzocchi sarà adattato sulla corsia mancina, mentre Osigard dovrebbe essere impiegato dal primo minuto. Per il resto nulla di invariato, con la mediana tradizionale a supportare il tridente con Kvara e Politano a sostegno di Osimhen.
I toscani non sono un avversario storicamente agevole per i partenopei. Negli ultimi 6 confronti in campionato gli azzurri hanno perso per ben 4 volte. L’ultima sconfitta, 1-0 maturato nei minuti finali al Maradona, è costata l’esonero a Garcia.
Ad Empoli il Napoli cercherà di ritrovare anche una maggiore capacità difensiva. Un aspetto che quest’anno è venuto clamorosamente a mancare. Se gli azzurri sono in preda a se stessi e a una classifica così deficitaria, lo devono soprattutto a un rendimento difensivo molto al di sotto delle aspettative. L’Empoli è al momento il peggiore attacco della Serie A.