Il Napoli del vecchio e storico gemellaggio torna al Maradona dopo l’annata in B dei genoani. Tra partenopei e rossoblù ci sono solo 6 punti di differenza, anche se il Napoli ha giocato una partita in meno. Tuttavia la differenza in classifica sorprende se si considera che da una parte ci sono i campioni d’Italia in carica e una neopromossa. Una è ancora alla ricerca di un’identità solida e l’altra è protagonista di un campionato più che dignitoso.
Il Genoa di Gilardino gioca un calcio coraggioso e bene organizzato. I liguri hanno avuto il merito di fermare più di una grande nel corso di questa stagione. Ne sanno qualcosa la Lazio, l’Inter, la Juve e lo stesso Napoli, costretto all’andata a un pareggio dopo una rimonta di due reti di passivo. E fu proprio quella partita, molto presto, a una quarta giornata che fu un segnale preoccupante poi rivelatosi definitivo, a mostrare le prime crepe tra lo spogliatoio e Garcia.
Il Grifone ha perso solo una delle ultime cinque gare di campionato (con l’Atalanta), mentre il Napoli è reduce dalla sconfitta di San Siro col Milan, figlia di un po’ di sfortuna e di una mancanza di coraggio in un primo tempo in cui Mazzarri ha voluto nuovamente riproporre un modulo coperto e prudente che non sembra adatto alle caratteristiche di un organico che sembra conoscere soltanto la lingua di un gioco che al momento latita quanto i gol e la personalità.
Il Napoli stenta a produrre occasioni e a fare gioco. La squadra di Mazzarri si affida alle idee delle sue individualità, ma non fornisce soluzioni a un undici che di giornata in giornata fa sempre più fatica a trovare il bandolo di una matassa che ormai sta allontanando quasi definitivamente gli azzurri dalla zona Champions. E, a proposito, mercoledì al Maradona arriverà il Barcellona per l’andata degli ottavi di finale. Una gara che vale l’unica e disperata svolta di una stagione al momento grigia e deludente.
In vista dell’impegno di coppa, Mazzarri potrebbe optare per un paio di cambi. Anche se la partita col Genoa impone la vittoria come unico risultato possibile. Natan potrebbe rientrare dal primo minuto, mentre Traorè potrebbe essere schierato nella linea dei centrocampisti, con Anguissa a mettere minuti nelle gambe in vista della sfida coi catalani. Il rientro di Osimhen potrebbe significare un utilizzo del nigeriano a gara in corso mercoledì. Molto improbabile la sua presenza coi genoani. In attacco Simeone è il favorito per una maglia da titolare.
Gilardino può contare sul rientro di De Winter titolare, mentre in attacco Gundmundsson e Retegui dovrebbero quasi certamente formare la coppia d’attacco, con Messias sulla linea a cinque dei mediani, ma pronto ad agire a supporto delle due punte in un 3-5-2 che il Genoa tende a interpretare in maniera duttile e con le linee molto compatte. Un atteggiamento tattico che potrebbe mettere a dura prova la manovra di un Napoli che deve assolutamente trovare maggiore velocità nel possesso palla, soprattutto negli ultimi venticinque metri.
Alla vigilia di un appuntamento così difficile e prestigioso, il Napoli dovrà cercare di ritrovare entusiasmo e compattezza in pochi giorni. Col Genoa per alimentare le ultime speranze per il quarto posto. E in vista di mercoledì per restituirsi la forza mentale per affrontare un avversario che sulla carta appare nettamente favorito. La condizione mentale in Champions della scorsa stagione è solo un lontano ricordo.