Non poteva che essere Napoli-Barcellona. Nell’anno dopo la scomparsa del Pibe de Oro. Maradona trovò il suo riconoscimento trasferendosi dalla Spagna all’ombra del Vesuvio. Quel passaggio segnò non soltanto un’epoca, ma un totale e mai eguagliato margine di interpretazione della parola opportunità. Un po’ al buio e un po’ alla luce di una speranza.

L’urna per i sedicesimi di Europa League ha decretato un turno che due anni fa aveva visto entrambe le squadre sfidarsi agli ottavi di Champions League. All’andata, il Napoli aveva prevalso nel gioco e nell’agonismo, trovando un pareggio che gli era andato stretto. Al ritorno, prevalsero carisma ed esperienza di uno tra i club più titolati d’Europa. Molti di quei titoli, però, sono arrivati grazie a un gruppo di calciatori che oggi il Barcellona quasi non ha più. Quegli azulgrana erano nelle mani di Iniesta e Xavi e, simbolo degli anno gloriosi del Barça, quel Messi a lungo accostato alla grandezza del più grande di tutti. 

Quest’anno gli spagnoli, non accadeva da tanto tempo, non sono riusciti a qualificarsi alla fase finale di Champions. Difficoltà tecniche e una costante e faticosa ricerca di una nuova identità hanno condotto Xavier Hernández Creus, più noto come Xavi, a ritrovare il suo Barcellona sotto una luce sbiadita. 

Ovviamente, tutto potrebbe essere un inganno in cui il Napoli dovrà cercare di non cadere. Sottovalutare certe squadre, cadere nella tentazione di leggervi solo i momenti di difficoltà sono errori che a certi livelli si pagano. Gli spagnoli possono comunque contare su un organico di qualità. L’esperienza di Busquets, Gerard Piqué e Dani Alves, giocatori come Coutinho, Pedri, Jordi Alba, Frenke de Jong, Sergi Roberto e Umtiti non possono essere di certo trascurati. Senza contare l’Aguero, a proposito di suggestioni, a lungo legato alla famiglia di Maradona.

Napoli-Barcellona è una potenziale finale. Anzi, ovunque compaia il Barcellona è una potenziale finale. Del resto, il Napoli ha dalla sua il fatto di aver già disputato uno scontro a eliminazione diretta anticipato. La gara del Maradona col Leicester è valsa per i partenopei la qualificazione alla fase successiva. E, di fatto, pure gli inglesi erano considerati tra le squadre candidate a poter arrivare in fondo alla competizione.

Getty images
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L’impostazione che Xavi sta cercando di dare ai suoi si ispira a quella tradizionale. La scuola dei catalani non viene, ovviamente, messa fa parte. La fase di possesso contempla una variazione di moduli che oscilla tra il 4-3-3 e il 3-2-5, senza disdegnare momenti di 4-2-3-1. 

La fase di impostazione tende a partire dal basso, sfruttando l’abilità di palleggio e avendo Busquets come punto di riferimento. Talvolta, però, Depay viene anche cercato con rinvii lunghi che ne sfruttino le caratteristiche in ripartenza. Il decentramento di uno dei centrali difensivi e la tendenza a far salire il più possibile le linee dei reparti alzano il baricentro ampliando la linea dei trequartisti (a volte anche fino a quattro) per supportare la punta centrale. 

La fase difensiva si caratterizza per un pressing organizzato con un’interpretazione più ibrida, a zona in alcuni punti del campo e a uomo in altri. La pressione sull’avversario inizia dalla punta centrale, che si avvale dell’ausilio di uno di trequartisti che sale a pressare il portatore di palla avversario se l’azione inizia dalla linea difensiva.

Il periodo in cui Napoli e Barcellona giocheranno il sedicesimo di Europa League verrà, per i partenopei, dopo la Coppa d’Africa e con una delle due gare in prossimità della sfida di campionato con l’Inter. In questo momento è difficile poter fare una previsione su quale condizione generale potranno contare gli uomini di Spalletti.

In ogni caso, per questo genere di partite, ci vorrà il miglior Napoli per poter passare un turno che ha sicuramente il valore di potenziale spartiacque per la competizione europea. Non solo per il fatto di essere a eliminazione diretta, ma per l’entità dell’avversario e per i significati che potrebbe avere riuscire a superarlo. Roba da grandi appuntamenti. In altri tempi, Maradona sarebbe stato l’interprete per eccellenza.