
Gli arrivano da tutte le parti e lui fa quello che può. Cioè poco.
Gli arrivano da tutte le parti e lui fa quello che può. Cioè poco.
Gli arrivano da tutte le parti e lui fa quello che può. Cioè poco.
Ci prova a mettere una pezza, anche due, ma non può fare miracoli e anzi ha le sue responsabilità: per esempio sul secondo gol aspetta troppo prima di uscire su Ilicic.
Ammonito dopo 3 minuti, va in apnea come i suoi compagni, altro giallo dopo 40 minuti.
Perde un quarto dei palloni che tocca e dalle sue parti passa chiunque.
Nel disastro totale che è la fase difensiva del Chievo lui ci mette molto del suo, lottando sì ma senza costrutto.
Se il centrocampo è disunito è anche colpa sua. Troppo spesso in posizione sbagliata.
Non prende neanche la targa di Gosens e per di più gli regala il pallone per il quinto gol.
Non prende neanche la targa di Gosens e per di più gli regala il pallone per il quinto gol.
Gli basta qualche minuto per far meglio di tutti i suoi compagni. Certo, l'Atalanta ha già rallentato ma almeno sfrutta l'occasione per provare a scalare gerarchie.
Corre a vuoto, non ne becca una, non appoggia Stepinski, non dà una mano in copertura.
Non gli arriva una palla che sia una ma lui non fa nulla per aiutare i compagni.
Entra a cose fatte senza riuscire a mettersi in mostra.
Semplicemente non ci mette mano. In più passa il secondo tempo a parlare con Pellissier invece di incoraggiare chi è in campo.
L'unico momento in cui si vede è quando commette il fallo in area per il rigore del Chievo.
Chiunque si avvicini nella sua zona viene rispedito a casa con dolorose perdite.
Chiunque si avvicini nella sua zona viene rispedito a casa con dolorose perdite.
L'asse con Ilicic è dirompente e a Jaroszynski viene il mal di testa. Sporca la sua prestazione con l'errato retropassaggio da cui nasce il rigore dell'1-5.
Una furia sulla sinistra per tutta la partita. Trova anche assist e (gran bel) gol nella ripresa.
Autorevolezza e determinazione in ogni intervento: se l'attacco del Chievo non fa neanche il solletico è soprattutto merito suo.
Partita di minor impatto visivo rispetto ai compagni di reparto ma comunque solida.
Partita di minor impatto visivo rispetto ai compagni di reparto ma comunque solida.
Il centrocampo è suo e guai a chi prova a contestare il suo potere. Il gol che apre le danze è di pregevolissima fattura tecnica.
È tornato e si vede. Domina la partita con il suo mancino e il suo genio, segna tre gol ed illumina a giorno.
È tornato e si vede. Domina la partita con il suo mancino e il suo genio, segna tre gol ed illumina a giorno.
È tornato e si vede. Domina la partita con il suo mancino e il suo genio, segna tre gol ed illumina a giorno.
Doppia versione: motorino inesauribile e assistman personalizzato per Ilicic.
Entra a giochi abbondantemente fatti, fa il suo compito senza infamia e senza lode.
Fino al gol del vantaggio è il più pericoloso, pur non trovando mai la porta. Poi si mette al servizio di Ilicic e della squadra da vero capitano.
Entra con la speranza di partecipare alla festa e ritrovare il gol. Non ci riesce ma qualche segnale incoraggiante lo dà.
Ci prova a timbrare il cartellino ma la mira oggi non c'è. Però non esce mai mentalmente dalla partita.
Ci prova a timbrare il cartellino ma la mira oggi non c'è. Però non esce mai mentalmente dalla partita.
Trova rapidamente il punto debole del Chievo - lo spazio tra difesa e centrocampo, difeso malissimo - e piazza i suoi uomini di qualità lì. Ritrovando la sua Atalanta.