
I tre gol nascono da tre infortuni difensivi più o meno clamorosi, senza sue particolari responsabilità. Nel finale, buona respinta sul tiro di El Shaarawy.
I tre gol nascono da tre infortuni difensivi più o meno clamorosi, senza sue particolari responsabilità. Nel finale, buona respinta sul tiro di El Shaarawy.
Nel primo tempo partecipa all'azione offensiva, in difesa soffre l'estro di Perotti ma riesce a metterci una pezza. Nella ripresa limita le corse sulla fascia. Ha grandissime responsabilità sul raddoppio di Dzeko.
Partecipa molto alla fase offensiva, è una presenza costante sulla fascia. Serve un ottimo cross a Gabbiadini che però non è abbastanza lesto da cavarne fuori qualcosa di buono. Poi cala. E partecipa al disastro collettivo che manda in rete Salah.
Si fa uccellare clamorosamente da Salah in occasione del primo gol. Poi causa ingenuamente la punizione da cui nasce il raddoppio romanista. Infine partecipa alla linea difensiva addormentata che lancia l'egiziano verso la terza rete. In mezzo, qualche buon intervento e un gol inutile. Due mesi fa il cartellino del prezzo recitava: "60 milioni". Oggi, chissà.
Contribuisce all'ordinario pomeriggio di paura. Come Koulibaly, riesce ad alternare buoni interventi a errori clamorosi e decisivi. Tipo perdere la marcatura su Dzeko in occasione del primo gol.
Spende tutta la corsa e tutta l'energia giocando 45 intensissimi minuti, alternando grande presenza in mezzo al campo a sguscianti incursioni offensive. Poi diventa una delle tante vittime del caldo pomeriggio napoletano, e pian piano si spegne.
Il capitano partecipa costantemente alla manovra dei suoi: sempre sul pezzo, pronto a inserirsi o a fornire un punto di scarico per il pallone, si rende pericoloso dalle parti di Szczesny. Il calo colpisce anche lui, e nel secondo tempo non si vede.
Forse la sua peggior partita da quando è a Napoli. Spalletti gli mette addosso Nainggolan e lui va in corto circuito. Tocca un buon numero di palloni, ma mancano le idee. E nel finale si divora l'ultimo pallone della speranza lanciandolo in Curva B.
Aveva contro un avversario, Juan Jesus, abbastanza morbido da affondargli dentro i canini a ripetizione, con gusto. Ma entra in campo già sazio, e della sua solita furia c'è poca traccia.
Doveva essere la gara in cui dimostrava di poter sostituire pienamente Milik. Le premesse c'erano tutte: stadio pieno, avversario blasonato, grandi proclami. Una bolla di sapone. I compagni cercano di coinvolgerlo, ma lui arriva sempre in ritardo e sbaglia spesso i movimenti. Per ora, rimandato. Per il futuro, chissà.
Doveva essere la gara in cui dimostrava di poter sostituire pienamente Milik. Le premesse c'erano tutte: stadio pieno, avversario blasonato, grandi proclami. Una bolla di sapone. I compagni cercano di coinvolgerlo, ma lui arriva sempre in ritardo e sbaglia spesso i movimenti. Per ora, rimandato. Per il futuro, chissà.
Delizioso primo tempo: tanta corsa, pochi dribbling inutili, poca testardaggine nella ricerca della conclusione a tutti i costi, molto lavoro per la squadra. In un pomeriggio difficile, è una discreta notizia.
Delizioso primo tempo: tanta corsa, pochi dribbling inutili, poca testardaggine nella ricerca della conclusione a tutti i costi, molto lavoro per la squadra. In un pomeriggio difficile, è una discreta notizia.
Entra con il piglio giusto, con rabbia, con voglia di fare, con intraprendenza. Costringe i difensori avversari a rincorrerlo, e Szczesny a una bella parata nel finale. Ma è troppo isolato.
Bastano due sconfitte a mettere nel cassetto sogni d'impronunciabili traguardi? No, probabilmente no. Ma questo Napoli ha bisogno di una scossa. Ha bisogno di capire che, Milik o no, ha mille e mille possibilità di fare gol. Ha bisogno di ritrovarsi, perché oggi è parso soprattutto spaesato. Farlo sarà il compito di Sarri, che sta attraversando il momento più complicato da quando è diventato l'allenatore del Napoli.
Una giornata complicata che si risolve, almeno per il primo tempo, con la mancanza di verve di Gabbiadini, che gli perdona anche un buco sul cross di Ghoulam. Bellissima la risposta su Mertens a fine gara.
Il peggiore del reparto difensivo romanista. Soffre tanto la velocità degli avversari, soprattutto nel primo tempo, quando Hysaj partecipa di più. Già ammonito, rischia ingenuamente il secondo giallo con un evitabile fallo su Mertens: graziato.
Gettato nella mischia a venti minuti dalla fine, riesce a tenere botta in un momento complicato.
Nel primo tempo, con Florenzi più alto, gli tocca stare dietro a Insigne: cliente difficile, si fa saltare con troppa facilità. Quando è al centro dell'area, però, è il padrone assoluto.
Deve muoversi, e tanto. Farsi vedere in avanti e coprire in difesa. Fa l'elastico, come gli chiede Spalletti. Lui esegue, non perde mai l'appuntamento con la chiusura o con la corsa sulla fascia. Regala a Dzeko l'assist per il secondo gol.
Tutto sommato, il giudizio è positivo. Sta ancora cercando di ritrovarsi, sia chiaro, ma riesce comunque a fare un buon lavoro contro un attacco difficile da gestire. La sbavatura, però, c'è: si perde Koulibaly in occasione del gol.
Tutto sommato, il giudizio è positivo. Sta ancora cercando di ritrovarsi, sia chiaro, ma riesce comunque a fare un buon lavoro contro un attacco difficile da gestire. La sbavatura, però, c'è: si perde Koulibaly in occasione del gol.
Tutto sommato, il giudizio è positivo. Sta ancora cercando di ritrovarsi, sia chiaro, ma riesce comunque a fare un buon lavoro contro un attacco difficile da gestire. La sbavatura, però, c'è: si perde Koulibaly in occasione del gol.
Come altri, compagni di squadra e non, divide la gara in due. 45 minuti intensi, favolosi, fatti di belle giocate e di brividi di paura regalati a Hysaj e a tutto lo stadio San Paolo. Poi, come tanti, cala. Ma senza mai tirarsi indietro quando c'è da fare il lavoro sporco.
Come altri, compagni di squadra e non, divide la gara in due. 45 minuti intensi, favolosi, fatti di belle giocate e di brividi di paura regalati a Hysaj e a tutto lo stadio San Paolo. Poi, come tanti, cala. Ma senza mai tirarsi indietro quando c'è da fare il lavoro sporco.
Come altri, compagni di squadra e non, divide la gara in due. 45 minuti intensi, favolosi, fatti di belle giocate e di brividi di paura regalati a Hysaj e a tutto lo stadio San Paolo. Poi, come tanti, cala. Ma senza mai tirarsi indietro quando c'è da fare il lavoro sporco.
Alza il muro e spesso fa anche il lavoro di Paredes, sicuramente meno in giornata di lui e con un fastidioso giallo sul groppone. Gioca di muscoli e di testa. Serve l'assist a Salah per il terzo gol.
Alza il muro e spesso fa anche il lavoro di Paredes, sicuramente meno in giornata di lui e con un fastidioso giallo sul groppone. Gioca di muscoli e di testa. Serve l'assist a Salah per il terzo gol.
Gioca un primo tempo ottimo in una posizione che solitamente non è la sua. Riesce a fare un gran lavoro in attacco e a spegnere l'estro di Jorginho. Il tutto, spendendo tantissime energie: nel secondo tempo, come altri, scompare dai radar. Poi esce, stremato.
Certamente peggio di De Rossi. Un pomeriggio un po' disordinato, con un giallo che ne condiziona il rendimento, che comunque non mette in discussione quanto di buono fatto finora.
Va all'arrembaggio di Koulibaly neanche fosse il capitano Morgan, gli strappa il pallone e poi regala il bottino all'amico Dzeko, pronto all'assalto dell'area. Nel finale s'invola da solo sul filo del fuorigioco e si prende la gloria battendo Reina. Sparategli tutte le cannonate che volete: con il vento in poppa, come oggi, non lo becca nessuno.
Per alcuni, ha ancora molto da farsi perdonare. Per farlo, ha deciso di incominciare questa stagione come meglio non poteva: segnando. Con i due, pesantissimi gol del San Paolo, sale a quota 7: in otto partite, ha segnato un gol in meno di quanti ne aveva fatti in tutto lo scorso campionato. E pare non abbia intenzione di fermarsi.
Per alcuni, ha ancora molto da farsi perdonare. Per farlo, ha deciso di incominciare questa stagione come meglio non poteva: segnando. Con i due, pesantissimi gol del San Paolo, sale a quota 7: in otto partite, ha segnato un gol in meno di quanti ne aveva fatti in tutto lo scorso campionato. E pare non abbia intenzione di fermarsi.
Visto come si stanno mettendo le cose, è comprensibile che quando si trova un'occasione davanti diventi ladro: spreca due volte, quando avrebbe dovuto servire i compagni. Egoista.
Mette Nainggolan su Jorginho, annullandolo. Sgancia e riaggancia Florenzi, sfruttandone tutte le qualità. Gestisce con sapienza una delle partite più importanti dell'anno. Espugna il San Paolo e si guadagna, di diritto, il ruolo di anti-Juve. E c'è da scommettere che, almeno per oggi, nessuno gli chiederà di Totti.