
Non può più di tanto sulle tre reti dell'Atalanta. Respinge di piede Masiello prima e Cristante poi. La sufficienza la merita.
Non può più di tanto sulle tre reti dell'Atalanta. Respinge di piede Masiello prima e Cristante poi. La sufficienza la merita.
Non può più di tanto sulle tre reti dell'Atalanta. Respinge di piede Masiello prima e Cristante poi. La sufficienza la merita.
Nel primo tempo con Petagna si gode una tranquillità che forse nemmeno lui si aspettava. Entra Barrow e il copione cambia. Da lì è tutta una discesa.
Nel naufragio è tra i pochi a salvarsi, interpretando con grande diligenza il lavoro su entrambe le fasce, soprattutto quando deve limitare Gosens.
Partenza incoraggiante, ma poi comincia a regalare palloni a destra e a manca. E l'Atalanta dilaga.
Partenza incoraggiante, ma poi comincia a regalare palloni a destra e a manca. E l'Atalanta dilaga.
Anche lui, come i colleghi di reparto, inizia bene la partita, ma poi quando sale l'Atalanta fa notare tutte le sue innumerevoli difficoltà e lacune tattiche, facendosi perforare da chiunque.
Entra in un ruolo non suo, e si vede. Troppo leggero nell'interpretazione difensiva dell'azione che porta al rigore dell'Atalanta.
A centrocampo manca la sua qualità. Arma pericolosissima sui piazzati, ma la sua partita è tutta e soltanto lì. Da bacchettate sulle mani l'errore in disimpegno che porta al gol di Barrow.
Da del tu al pallone e senza di lui il Benevento fa davvero fatica. Entra purtroppo a situazione già compromessa per i padroni di casa.
Viene schiacciato inesorabilmente dai muscoli di De Roon e Freuler. Saluta Cristante con il fazzolettino dalla banchina sul primo gol e procura un rigore molto ingenuo.
Tanta corsa, a cui fa fatica ad abbinare un buon ultimo passaggio. Ed è un peccato per la manovra offensiva.
La sintesi è semplice: non può interpretare quel ruolo, e la cartina al tornasole è il fuorigioco mancato sul gol dello 0-1. Pesce fuor d'acqua.
Entra quando la situazione è più che nera, ma di certo non ci mette del suo per far ricredere De Zerbi della sua scelta.
Non si ferma un attimo e si conferma in ogni frangente il migliore dei suoi, anche se le sue giocate illuminanti non vengono sfruttate a dovere. Dovrebbe solo essere meno nervoso: giallo evitabile.
Non si ferma un attimo e si conferma in ogni frangente il migliore dei suoi, anche se le sue giocate illuminanti non vengono sfruttate a dovere. Dovrebbe solo essere meno nervoso: giallo evitabile.
Dopo tre doppiette consecutive, torna sulla terra, con la marcatura di Caldara che lo cancella dalla partita. Brignola gli costruisce un'occasione super, e lui la spreca cercando di imitare il tocco di Reggio Emilia.
Dopo tre doppiette consecutive, torna sulla terra, con la marcatura di Caldara che lo cancella dalla partita. Brignola gli costruisce un'occasione super, e lui la spreca cercando di imitare il tocco di Reggio Emilia.
Pulito nelle uscite e attento nell'unico vero tiro in porta: la punizione nel finale di Viola.
Sa quando dosare la spinta e interpreta bene le due fasi. La sua esperienza è sempre un quid in più.
Sa quando dosare la spinta e interpreta bene le due fasi. La sua esperienza è sempre un quid in più.
Piazza la museruola a Diabaté e fa vedere la sua importanza per la squadra, anche con i falli spesi nel posto e momento giusto. Altezzoso lì dietro.
Non trova mai lo spunto da fuoriclasse, ma è un martello che batte in maniera inesorabile e continua. Da applausi una diagonale che toglie una palla dalla testa di Diabaté.
Non brilla per iniziativa, ma solca la fascia in maniera continua. Potrebbe fare meglio; ha il merito di procurarsi il rigore con caparbietà.
Entra a pratica già quasi sbrigata e si disimpegna con tranquillità in un ruolo non propriamente suo.
Viene scelto al posto di Toloi, ma Gasperini, non a caso, torna sui suoi passi nell'intervallo.
Viene scelto al posto di Toloi, ma Gasperini, non a caso, torna sui suoi passi nell'intervallo.
Viene scelto al posto di Toloi, ma Gasperini, non a caso, torna sui suoi passi nell'intervallo.
Un colosso a centrocampo tradito da una zolla malefica, che gli evita la gioia del gol. Resta una prestazione solidissima, impreziosita dall'assist per Barrow.
Prova molto opaca nel suo complesso: emblematico il gol fallito a tu per tu con Puggioni. Ha però il merito di "privarsi" di un'occasione da gol per avere la certezza della rete. E questo gli vale la sufficienza.
Prova molto opaca nel suo complesso: emblematico il gol fallito a tu per tu con Puggioni. Ha però il merito di "privarsi" di un'occasione da gol per avere la certezza della rete. E questo gli vale la sufficienza.
E' un insostituibile di Gasp, e lo si capisce per la qualità dei suoi inserimenti, come quello che porta al gol che sblocca una partita difficile fino ad allora.
Sempre nel vivo della manovra, anche se meno ispirato del solito. Il dribbling con cui mette a sedere mezza difesa del Benevento è la ciliegina sul match.
Non entra mai realmente in partita. Cestina una ripartenza quasi impossibile da sbagliare. Forse condizionato dal problemino muscolare. Mezzo voto in più per aver fatto partire l'azione del vantaggio nerazzurro.
Quando uno sa segnare come lui, è in grado di farlo in ogni categoria. La freddezza con cui piazza la palla all'incrocio è innata. E di suoi gol ne vedremo parecchi, statene certi. Poi si fa prendere un po' dall'egoismo, ma ha 19 anni e ha molto tempo per crescere.