
Inaspettatamente disoccupato: l'Atalanta non tira mai in porta. Può godersi un pomeriggio tranquillo, nel corso del quale è chiamato solo a stare attento in uscita e a giocare efficacemente con i piedi.
Inaspettatamente disoccupato: l'Atalanta non tira mai in porta. Può godersi un pomeriggio tranquillo, nel corso del quale è chiamato solo a stare attento in uscita e a giocare efficacemente con i piedi.
Prova positiva, nonostante la doppia occasione fallita al 72', che avrebbe potuto chiudere il match. Ma il suo mestiere, quello di difensore, lo fa bene: chiusure decisive, marcatura attenta e la capacità innata di entrare sottopelle all'avversario di turno.
Prova positiva, nonostante la doppia occasione fallita al 72', che avrebbe potuto chiudere il match. Ma il suo mestiere, quello di difensore, lo fa bene: chiusure decisive, marcatura attenta e la capacità innata di entrare sottopelle all'avversario di turno.
Mette la museruola a Retegui, si ripete con De Keteleare; l'Atalanta prova a togliergli punti di riferimento, ma non basta. Guida la difesa con autorità, senza sbagliare un intervento.
Qualche grattacapo con Bellanova all'inizio, soffre in difesa e pasticcia con la palla tra i piedi. Rimedia con la generosità e con l'attenzione, disputando un finale di primo tempo e un inizio di ripresa che compensano le incertezze iniziali.
L'Atalanta punge poco, quando lo fa prova ad affondare sul suo lato. L'ex Lecce si disimpegna bene, pur senza brillare; a suo agio nella linea a tre predisposta da Palladino.
L'Atalanta punge poco, quando lo fa prova ad affondare sul suo lato. L'ex Lecce si disimpegna bene, pur senza brillare; a suo agio nella linea a tre predisposta da Palladino.
Quando parte palla al piede si rivela imprendibile per gli esterni orobici. Dribbling stretti, corse in avanti e una bella azione in duetto con Gudmundsson, che porta al tiro Kean al 62'; esce dopo aver speso tutto.
Forma con Mandragora una diga di centrocampo non solo compatta, ma anche qualitativa, in grado di innescare subito le punte. Sempre nel posto giusto, ringhia sulle caviglie degli avversari e smista il pallone con bravura.
Eccellente prestazione in entrambe le fasi di gioco. Sfodera un ottimo assist per Gudmundsson al 49', ma l'islandese spreca; combatte fino alla fine, nonostante i crampi, sbagliando pochissimo.
Palladino gli chiede di più, lui va a sprazzi, ma quando si accende è in grado di cambiare la sua squadra. Si mette in proprio al 51', trovando un Carnesecchi attento sul suo destro a giro.
Entra al posto di Parisi, si disimpegna bene in un ruolo non suo, quello di esterno sinistro. Encomiabile per l'applicazione, riesce a chiudere con efficacia sulle incursioni di Bellanova.
È in un momento di forma strepitosa. Abbatte l'Atalanta con un gran gol: sfrutta l'errore di Hien, ma poi si invola verso l'area sfruttando la sua potenza e batte Carnesecchi con precisione chirurgica. Va vicino al raddoppio al 62' con un destro potentissimo, che non trova la porta.
Promette tanto, mantiene pochissimo: pare potersi accendere da un momento all'altro, per poi sbagliare tutto sul più bello. Un brutto pallone perso per eccesso di fiducia nel primo tempo, un errore nella conclusione al 49', quando uno come lui avrebbe dovuto inquadrare la porta. Può fare molto meglio.
Entra con lo spirito giusto: combatte su ogni pallone, pressa gli avversari ed è in grado di inventare per i compagni. Delizioso l'assist per Ranieri, che non riesce a segnare il 2-0.
Ingabbia il gioco del suo maestro Gasperini, gestendo perfettamente i momenti della partita. La sua squadra non subisce nemmeno un tiro in porta, controlla i ritmi e punge in ripartenza; anche chi subentra sembra pienamente coinvolto.
Evita un passivo più pesante con un intervento di routine su Fagioli al 51' e soprattutto con la doppia parata su Ranieri al 72'. Non può nulla su Kean, che indovina l'unico angolo possibile in quel frangente.
Troppi errori di misura e non solo. Oggi Dodò va al doppio della sua velocità: il giocatore orobico non prende mai l'avversario e finisce anche per innervosirsi. In avanti non riesce a dare il solito apporto.
Entra al posto di Zappacosta, ci prova con un paio dei suoi guizzi. L'impegno non manca; va anche al tiro all'83', ma la sua conclusione deviata non trova la porta.
Entra al posto di Zappacosta, ci prova con un paio dei suoi guizzi. L'impegno non manca; va anche al tiro all'83', ma la sua conclusione deviata non trova la porta.
Sembra sempre fuori posizione: rincorre gli avversari, senza riuscire a opporsi e lasciandosi prendere in mezzo dagli scambi stretti dei viola. Poco preciso anche con il pallone tra i piedi.
Tra i pochi a salvarsi in casa Atalanta, dove non arriva con le buone, lo fa con le cattive. Nel primo tempo chiude anche sugli errori dei compagni, nella ripresa anche lui concede qualche spazio di troppo.
Tra i pochi a salvarsi in casa Atalanta, dove non arriva con le buone, lo fa con le cattive. Nel primo tempo chiude anche sugli errori dei compagni, nella ripresa anche lui concede qualche spazio di troppo.
Ha i mezzi, ma non li sfrutta pienamente. Sbaglia spesso la rifinitura, il passaggio decisivo, la scelta, non riuscendo a servire i compagni sul più bello. Poco concreto.
Entra al posto di Pasalic, non combina nulla di buono. È il più fresco, eppure non sfonda mai sulla sinistra e in difesa si lascia superare con troppa facilità.
Entra al posto di Pasalic, non combina nulla di buono. È il più fresco, eppure non sfonda mai sulla sinistra e in difesa si lascia superare con troppa facilità.
Il suo errore indirizza la gara. Un pallone perso in quel modo, contro un attaccante in forma come Kean, è imperdonabile; paga anche a livello psicologico quanto avvenuto, disputando un secondo tempo al di sotto delle aspettative.
Un pallone perso malamente al 14', una sorta di anticipazione del gol della Fiorentina. Oggi non è il solito equilibratore dell'Atalanta, il giocatore silenzioso, che con il lavoro sporco fa giocare bene il resto della squadra: spesso fuori posizione, sbaglia troppo in entrambe le fasi.
Ci prova, ma i compagni non lo seguono. Un bel suggerimento per De Ketelaere, qualche guizzo che mette in difficoltà la Fiorentina, ma l'Atalanta oggi non c'è.
Entra al posto di Lookman, ma non riesce a rendersi utile. Pochi palloni giocati, quasi nessuno nel modo giusto: sembra un pesce fuor d'acqua nel gioco di Gasperini.
Entra al posto di Lookman, ma non riesce a rendersi utile. Pochi palloni giocati, quasi nessuno nel modo giusto: sembra un pesce fuor d'acqua nel gioco di Gasperini.
Entra al posto di De Ketelaere, arma tattica di Gasperini, che tenta di togliere punti di riferimento alla Fiorentina. Galleggia tra le linee e prova a rendersi utile, ma riesce solo in parte.
In settimana aveva reclamato più spazio, non sfrutta quello che Gasperini gli regala nel secondo tempo. Tocchi imprecisi, poca determinazione e tanti errori: la sua gara è ben al di sotto delle sue possibilità.
Inizialmente è il più vivo nel terzetto offensivo. Prova a mettere in difficoltà Pongracic con la sua velocità, ma la Fiorentina lo raddoppia e di fatto lo disinnesca; non combina granché ed è sostituito dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo.
Ha finito il carburante. Vaga per il campo senza costrutto, si accende soltanto in un paio di occasioni, ma al 42' il suo colpo di testa non trova la porta, mentre al 65' si gira bene, tuttavia il suo diagonale di sinistro termina a lato.
Recuperato in extremis, dà tutto nei primi minuti, poi si spegne. Pablo Marì e compagni controllano senza problemi i suoi tentativi; non va mai al tiro ed è un dato sintomatico.
Recuperato in extremis, dà tutto nei primi minuti, poi si spegne. Pablo Marì e compagni controllano senza problemi i suoi tentativi; non va mai al tiro ed è un dato sintomatico.
L'Atalanta che si presenta oggi al Franchi è una brutta copia di quella arrivata a battagliare per lo scudetto. Spenta, priva di idee, la squadra bergamasca non tira mai in porta; non aiuta una gestione dei cambi che sembra dettata più dall'impulsività che da altro.