Rispettivamente quinta e prima della classe, in un Gewiss Stadium da sold out si sfidano Atalanta e Juventus, per un match che già alla vigilia è impossibile ipotizzare come ogni altro. Dopo lo 0-0 esterno di Genova contro il Doria, la Dea di Gasperini torna tra le mura amiche e torna a fare sul serio alla ripresa post pausa nazionali e per farlo deve affrontare l'avversario più complicato possibile, la regina d'Italia e tra le formazioni più forti d'Europa. La Vecchia Signora di Sarri, infatti, dando seguito al successo di misura contro il Milan, deve consolidare il primato di classifica ed è ben consapevole di affrontare uno degli avversari, ad oggi, più ostici. Sotto una pioggia incessante, ma in un campo che sembra tener bene, sipario aperto sulla 13.a giornata, le premesse per un match memorabile vi sono tutte e di certo non mancherà lo spettacolo.
Gasperini, orfano degli squalificati Ilicic e Malinovsky, schiera i suoi con il canonico 3-4-2-1. Tra i pali il fresco debuttante di Nazionale, Gollini, in difesa Toloi, Palomino e Djmsiti. Esterni di centrocampo sono Hateboer e Gosens, al centro De Roon e Freuler. In avanti Pasalic e il Papu Gomez alle spalle dell'unica punta Barrow, in luogo del duo Muriel-Zapata assente perché in condizioni fisiche non ottimali.
Sarri schiera la Vecchia Signora con il 4-3-1-2 e con qualche sorpresa di formazione, oltre il noto Cristiano Ronaldo, già annunciato alla vigilia. Tra i pali, quindi, va Szczesny, in difesa Cuadrado terzino date le indisponibilità di Alex Sandro e Danilo, con Bonucci, De Ligt e De Sciglio. A centrocampo fuori Ramsey e Matuidi, dentro Khedira, Pjanic e Bentancur. Il trequartista è Bernardeschi, alle spalle del duo offensivo formato da Higuain e Dybala.
Dopo i convenevoli di rito, inizia il primo tempo e subito con la Juventus in avanti che con Dybala prova a impensierire Gollini da calcio piazzato, ma con poca fortuna. La Dea sembra subire gli avversari, ma alla prima occasione utile, l'occasione da tre è servita: Khedira svirgola e tocca in area il pallone con la mano, Rocchi è irremovibile e concede il penalty, dal dischetto si presenta Barrow che, tuttavia, calcia sulla traversa, vanificando l'occasione d'oro per i suoi. Il match è nervoso e fioccano i gialli, ma al 23' è ancora l'Atalanta a rendersi pericolosa, con un preciso colpo di testa di Pasalic sul quale Szczesny si supera rifugiandosi in angolo. Bernardeschi lascia il campo per un problema al costato, proprio nel peggior momento della Juve che continua a subire gli avversari. La gara è una partita a scacchi e gli eccessivi tatticismi ne bloccano le azioni offensive, così al 48', dopo 3' di recupero, termina la prima frazione di gioco.
Nella ripresa si riparte con i medesimi 22 in campo o almeno così è fino al minuto 56, quando dopo un'ottima azione sulla destra Barrow serve l'accorrente Gosens che, di testa, porta in vantaggio i suoi. Girando di cambi, con una Juve che apparentemente accusa il colpo e una Atalanta che non accenna a tirare i remi in barca, ma alla lunga l'Atalanta paga la condizione fisica e i bianconeri escono con ottimi risultati. Al 74', infatti, Higuain, dopo un buon pallone ricevuto da destra, approfitta di una deviazione di Toloi per spiazzare Gollini e di prima intenzione porta i suoi sul pari. Al 82', con una Dea ormai al tappeto ancora il Pipita sigla il raddoppio su cross di Cuadrado. L'Atalanta ha speso tutte le energie e così al 92' c'è gloria anche per Dybala che supera il marcatore diretto e sorprende Gollini, per il 3-1 che fa calare il sipario sul match.
Risultato probabilmente eccessivo che punisce i bergamaschi, ma alla fine la differenza l'hanno fatta le individualità e su questo i bianconeri non conoscono avversari che possano essere alla loro altezza. Un'occasione persa per Gasperini che guarda con rassegnazione il ghigno di Sarri, consapevole di aver raccolto forse più di quanto meritato, ma altrettanto certo che questa Juve, con questo reparto offensivo, può andare davvero lontano. In Italia, ma soprattutto in Europa.