Di Monia Bracciali
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Hanno giocato venti minuti in una nebbiosa trasferta a Bergamo di cui nessuno si ricorda. Hanno fatto gol alla Cremonese tanti anni fa, ma poi, a ripensarci bene, forse era stato qualcun altro. Sono VIP (Very Improbable Players), giocatori molto improbabili, calciatori che hanno sfiorato appena il nostro calcio, allontanandosi senza quasi lasciare traccia nella memoria collettiva.
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"Ci sono due tipi di persone al mondo: quelle che tengono duro e fanno fronte e quelle che se ne scappano. Scappare è meglio". Lo diceva Frank Slade, colonello in pensione, interpretato da Al Pacino in "Scent of a woman", lo ha ha fatto nella realtà Savio Magala Nsereko, una vita da giocatore nomade, dapprima imposta, poi scelta. Il calcio come contesto ove sfruttare il talento e infine strumento per fare soldi, tanti soldi ma mai sufficienti perchè a Savio il denaro non è bastato mai.
Nato a Kampala, capitale dell'Uganda, nel 1989 da madre tedesca, Nsereko fa un'esperienza precoce con la fuga, quella dalla miseria. I genitori, approfittano dei parenti in Germania affinchè cresca in Europa. Nei campi improvvisati e con la palla tra i piedi il ragazzo ci sa fare. Il Monaco 1860 ci vede delle potenzialità sulle quali investire e lo tessera nelle sue squadre giovanili. Savio ha la predisposizione ad andare in attacco, può giocare da esterno destro, trequartista o seconda punta, ha talento e anche fortuna. Viene infatti notato dal direttore sportivo del Brescia Gianluca Nani nel 2005, che a soli 16 anni lo porta a Brescia. C'è molta fiducia perchè chi ha "scoperto" giocatori come Toni o Pirlo, non può aver sbagliato in quello che pare un azzardo, visto che Savio è gusto un adolescente. E infatti Nani gongola per l'ennesima volta dei frutti del suo occhio da ottimo scout. Nsereko dopo un paio d'anni debutta in B in prima squadra nella stagione 2007-08. L'estate del 2008 gli punta un grande riflettore addosso, quando diventa il protagonista dell'Europeo under 19 che si disputa in Repubblica Ceca, con la maglia della Germania (l'ugandese gode di doppio passaporto), contribuendo in maniera sostanziale alla vittoria dei tedeschi, seppur saltando la finale con l'Italia, terminata 3 a 1 col gol della bandiera tricolore segnato da Raggio Garibaldi.
Nsereko è ora la nuova stella cercata da mezza Europa e al Brescia non pare vero: le casse lacrimano e il trequartista diventa sacrificabile per la causa. Se lo accaparra il West Ham che ha Nani nei suoi quadri dirigenziali. Il club inglese lo paga molto caro: il "The Guardian" parla di nove milioni di sterline. La piazza è ancora arrabbiata e delusa dalla cessione di Craig Bellamy al City per 14 milioni. Nsereko è la concretizzazione della promessa del West Ham di compiere un buon investimento con le sterline ricavate. L'ugandese non si rivelerà affatto un buon affare come lo scetticismo iniziale della piazza aveva ampiamente previsto, in fondo l'esterno aveva come bagaglio 23 presenze e 3 gol in B. In campo non scende praticamente mai, limitato anche dal fisico esile e fragile. Savio però è di cristallo anche dentro e soprattutto ancora in fuga, che lo volesse o meno.
(In Premier contro Berbatov - Getty Images)
Nell'estate del 2010 passa a titolo definitivo alla Fiorentina in uno scambio col West Ham con Manuel Da Costa. Ed è qui che si parla di una delle peggiori "corvinate" dell'attuale diesse del Bologna. Il difensore fu preferito l'anno precedente a Ranocchia, a parità di cifra d'acquisto. Scelta sbagliata e Corvino ci ricasca accollandosi un umorale ed ormai ex talento. Tra l'altro, nel contratto tra le parti, c'è una clausola che prevede che gli hammers incassino il 50% dall'eventuale vendita del giocatore. Non accadrà mai. Qui Savio frequenta più la città toscana che il campo dal quale fugge: notti che non finiscono mai, giorni che non si staccano dalla parete, l'affitto di casa mai pagato, compagnie che vanno a scontrarsi con la sua vita da atleta professionista. In maglia viola fa solo un paio di apparizioni. Un investimento da mani nei capelli. La società dedice allora di cederlo al Monaco 1860. Va' a capire: magari sentendo aria di casa, torna in sè, non scappa più dalla strada già tracciata di calciatore professionista. Nsereko accetta senza problemi, in fondo si tratta dell'ennesimo trasferimento, di un'altra fuga. È ottobre quando sparisce dalla città tedesca e di lui non si ha più traccia. L'ultimo che lo ha sentito è il diesse Stevic durante una telefonata nella quale Savio parlava di un episodio gravissimo, accaduto al fratello, coinvolto in una sparatoria. Niente di più falso: il trequartista viene ritrovato qualche giorno dopo a casa della sorella in panciolle. Il Monaco va su tutte le furie e lo rimanda al mittente Fiorentina che a sua volta lo presta in Bulgaria al Chernomorets Burgas. Siamo nel 2011, l'ugandese ritorna in Toscana e come una granata difettosa che non si capisce quando vuole esplodere, viene girato prontamente alla Juve Stabia. Lì trova la fiducia del tecnico, un ambiente pronto per essere contesto di riscatto. Al giocatore non interessa nulla di tutto questo e scompare, un'altra volta, scrivendo a mister Braglia un sintetico sms: "Non posso venire oggi all'allenamento". Rientra in Campania dopo qualche giorno con un certificato medico finto e si verrà poi a sapere che si è dato ad una fuga d'amore dove pare abbia speso qualcosa come 160mila euro. C'è tuttavia un'altra versione dell'accaduto, quella che vuole l'esterno scappato in Inghilterra e abbia fatto nottate in compagnia di escort, alcol e ore di casinò. Sta di fatto che il club gialloblu non ne vuol più sapere e lo rispedisce alla Fiorentina che lo gira in Romania al Vaslui.
Nel 2012 scade il contratto con i Viola e così Savio prosegue il suo tour in Europa: Unterhaching, Viktoria Köln in Germania, Atyrau in Kazakistan, PFC Beroe Stara Zagora in Bulgaria.
Nel suo primo trasferimento in Germania, ancora una fuga. Alla sorella arriva una lettera di Nsereko dove spiega di essere stato rapito in Thailandia e che c'è bisogno di un riscatto di 25mila euro. La cifra è un po' ridicola perchè ridicolo è il mezzo col quale Savio inscena il tutto: nella sua nuova vita in Asia ha semplicemente finito tutti i soldi che gli servono per alcol e gioco d'azzardo ma soprattutto prostitute. Una volta scoperta la truffa viene rimpatriato in Germania e processato.
Al Viktoria, dopo soli cinque mesi, ruba nello spogliatoio l'orologio al compagno di squadra Amirante. Il club lo caccia con il patron del club Wernsze che in sintesi gli consiglia di farsi aiutare da qualcuno possibilmente molto bravo.
Nell'Atyrau torna addirittura al gol che mancava da ben cinque anni: "L'ultima volta che ha segnato Nsereko – contestualizza il "The Guardian" - George W. Bush era ancora presidente degli Stati Uniti, il Portsmouth era detentore della FA Cup e Justin Bieber doveva ancora rilasciare il suo primo singolo". In altre parole, mentre lui scappava, il mondo continuava a trasformarsi ancora più veloce.
Chiuso nel 2015 il rapporto col Beroe non si sa più nulla di lui. È svincolato e senza procuratore. Ha solo 26 anni, se volesse potrebbe ricominciare con un approccio nuovo a giocare almeno come semi-professionista. Tuttavia la "redenzione" pare ancora lontana. Il presidente della Juve Stabia Francesco Manniello all'epoca aveva ben inquadrato la sua situazione: "È che a 22 anni, con in tasca tutti quei soldi, è facile perdere la testa e combinare casini – disse - Dal punto di vista professionale è chiaro che qui da noi non ci sarà più spazio per lui, ma dal punto di vista umano è tempo che qualcuno si curi di questo ragazzo".
"Che strana sensazione quando tu hai voglia di andare e nello stesso tempo hai anche quella di restare" dice Al Pacino-Frank Slade, ricordando una canzone cantata da Jimmy Durante in un vecchio film del 1942.