Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport alla vigilia di Cagliari-Inter, l'attaccante nerazzurro Marcus Thuram ha parlato del momento vissuto dalla squadra di Simone Inzaghi e della sua esperienza in Italia.
Inter, le parole di Thuram
“All’Inter sono in fiducia totale. Ed è grazie a chi mi sta intorno: compagni, mister, società. Non lo so dove voglio arrivare. E non ci penso, quasi mi dà fastidio. Conta amare, non mettersi limiti. Ancora devo migliorare nel colpo di testa e provare ad andare più veloce. Ma rispetto all’inizio della stagione mi sento già più forte. Oggi, ad esempio, vado in anticipo su una palla di Dimarco perché so già quello che lui farà. Lo stesso con Micki. È conoscenza, esperienza”
Gli insegnamenti del padre Lilian
“Lui è stato fondamentale per me, da giovane e ancora oggi. Con lui guadagno tempo, una parola sua sono 2-3 settimane di lavoro. Se è stato peso essere figlio di un campione? A volte lo è stato. Mio padre mi aveva preparato, “ti giudicheranno per il cognome, diranno che ci sei solo perché sei mio figlio”. Non è stato piacevole, quando ero bambino, sentir dire cattiverie dai genitori dei ragazzi con cui giocavo. Il rapporto con mio fratello Khephren è splendido. Gli auguro il meglio. Non proprio il meglio meglio eh... Diciamo a lui sì, alla squadra in cui gioca no. Lui è più forte di me”.
Il rapporto con Lautaro Martinez
“È un capitano che parla quando deve. Non lo fa mai a caso. Ci intendiamo proprio grazie alle nostre differenze. Io gli do qualcosa che lui non ha e lui viceversa. Quando siamo in Nazionale ci chiamiamo spesso, forse ci manchiamo”.
La clausola da 85 milioni.
“Lo dico chiaro: non accadrà mai che io lasci l’Inter sfruttando la clausola, per il rapporto che qui ho con tutti. Quella cifra è messa lì, ma non sarò mai io da solo a scegliere. E se qualcosa arriverà, ci sarà sempre una discussione con la società”.