Il Lecce è in linea per salvarsi: parole di Pantaleo Corvino, che ha elogiato il tecnico Marco Giampaolo per il lavoro svolto finora. Il responsabile dell'area tecnica del club salentino è stato intervistato da TeleRama e ha spiegato le motivazioni dell'esonero di Gotti, per poi parlare dell'attenzione per la formazione Primavera e permettersi una riflessione sulle critiche ricevute, a volte eccessive. Di seguito le parole di Corvino.

Le parole di Corvino

Le parole di Corvino: “Andare in Serie A e riuscire a rimanerci per tre anni è eccezionalità. Il fatto che sia considerato la normalità è pericoloso, sappiamo quanto sia difficile un campionato come il nostro. Con Giampaolo siamo ripartiti dopo un inizio che non rispondeva alle nostre aspettative; i 16 punti in 17 partite sono quasi uno di media, è tanto. E abbiamo segnato 16 gol, quasi uno a partita, in linea con chi si deve salvare“.

Corvino: "Con Giampaolo siamo in linea per la salvezza. Critiche? A volte mi amareggiano" (Getty Images)
Corvino: "Con Giampaolo siamo in linea per la salvezza. Critiche? A volte mi amareggiano" (Getty Images)

Sul cambio di panchina

Sul cambio di panchina: "L’andamento delle prime 12 partite era davvero troppo lento. Quando i tifosi vedono una domenica una formazione e quella dopo un’altra ancora, significa che qualcosa non va; ora abbiamo un percorso consono. Fare quattro partite senza vittorie rientra nelle logiche: si vive tutto con troppe ansie. Sono tre anni che lottiamo per l’obiettivo della salvezza, sono 105 partite che i nostri tifosi non vedono la squadra in zona retrocessione e questo è un godimento“.

Sulla Primavera

Sulla Primavera: “Si parla sempre di prima squadra, ma il mio lavoro è rivolto anche alla Primavera. Siamo la società italiana che ha portato più giocatori in prima squadra negli ultimi 4 anni, se mi chiedete del percorso posso dire che sono soddisfatto“.

Sulle critiche

Sulle critiche: “Sono 12 anni di critiche, ma devono esserci perché ti aiutano. Devo essere sincero, molte mi amareggiano. Solo chi non lavora non fa errori, è il presupposto; i manager di un’azienda devono dar conto alla proprietà, mentre chi è nel calcio ha una doppia responsabilità: il tuo lavoro viene giudicato dai media e dai tifosi“.