È tornato in Serie A e i fantallenatori già lo ringraziano. Robin Gosens si racconta ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, in una lunga intervista dove ripercorre i momenti più pesanti della stagione vissuta all'Union Berlino. Questo un estratto delle sue parole.

Fiorentina, le parole di Gosens

"Durante la scorsa stagione sono caduto mentalmente. Ero a Berlino, la mia famiglia non si trovava bene. Già al campo le cose non andavano per il verso giusto, quando tornavo a casa c’era negatività. La mia psicologa è stata fondamentale.

Conoscendomi, senza sarebbe stata ancora peggio. In quel periodo lì tutti i giorni facevo una videochiamata con lei. Se non avessi avuto la mia psicologa, e la consapevolezza del mio percorso universitario (laureato in psicologia, ndr), forse sarebbe stato molto peggio e sarei caduto in modo diverso. 

Non siamo soltanto giocatori di calcio, ma siamo essere umani. Sembra banale, ma non lo è. Quando non sono stato convocato per EURO2024, mi è crollato il mondo addosso. Ho pianto, non mi nascondo. Ho intensificato il percorso con la mia psicologa. Ero tornato in Germania per questo.

Ci tenevo tanto: sono tornato in Germania con aspettative enormi e la speranza di andare in Nazionale. Volevo fare la differenza, far crescere i ragazzi. Invece non vincevamo mai. Mi ha toccato tanto, ancora ci penso spesso, se potevo fare una cosa diversa. Se potevo far qualcosa per evitare la situazione. Ancora non ho trovato la risposta.

Non ci trovavamo bene, era troppo. Lì ho sofferto, forse ha influito anche sul campo. Arrivi a un certo punto e non puoi più gestire quella negatività. Non sono riuscito a dividere la sfera professionale da quella familiare. Ho parlato tanto con mia moglie: è stato importante perché qualche volta la gente sceglie di non parlare. Invece per fortuna lo abbiamo fatto".