Paolo Ardoino, Ceo di Tether, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport dopo esser diventato socio della Juventus acquistando l’8,2% del club negli ultimi mesi.
Juventus, intervista al nuovo socio Ardoino
Come si presenta ai tifosi?
«Sono un ragazzo nato nell’entroterra tra Alassio e Albenga, in un piccolo paesino di 600 persone. Mi hanno sempre considerato un nerd. La Juve è sempre stata in famiglia, perché mio padre è tifoso juventino. La mia azienda è Tether. La definirei un’azienda semplice con valori molto profondi».
Progetto Juve?
«Possiamo dare una mano concreta alla Juve, se la proprietà vuole. Li abbiamo sentiti, non si sono sbilanciati. Noi ci siamo, siamo tifosi»
Visione?
«Allora, secondo me la Juventus e in generale le società di calcio italiane hanno un potenziale enorme, sono innanzitutto tra i brand più conosciuti al mondo, ma questo potenziale non è molto sfruttato. Se le squadre di calcio avessero un contatto più diretto con la base di tifosi il valore della società aumenterebbe».
Qual è il progetto in concreto?
«Sicuramente la società deve ristrutturarsi. In questo momento si è un po’ persa la rotta, almeno dal mio punto di vista. Sembra quasi che l’allenatore abbia perso il supporto della squadra. Sembra che i tifosi abbiano perso fiducia nell’allenatore, quindi bisogna ritrovarsi, la Juve deve ritrovare se stessa. Non dico che l’allenatore debba andare via, cioè non voglio, ripeto, fare quello che critica facile. Non c’è un’unica soluzione».
Rilancio della Juventus?
«Allora, io credo che la nostra società possa dare una mano concreta alla Juventus. La vera domanda è se la Juventus vuole una mano concreta da noi. Cioè, noi siamo piccoli azionisti in questo momento».
Famiglia Agnelli deve restare alla guida?
«Mah, sicuramente la famiglia Agnelli è parte della storia della Juventus. Dipende. La domanda forse va fatta un po’ più a loro. Alla fine anche il Milan di Berlusconi poi non è più stato il Milan di Berlusconi».
Avete mai sentito dirigenza o proprietà?
«Ci sono state giusto un paio di comunicazioni, ma nulla di approfondito, direi, a questo punto».
Andrea Agnelli?
«La tifoseria percepiva di più il coinvolgimento quando c’era Andrea Agnelli. Poi capisco che ci sono state quelle problematiche…».
Ha mai pranzato con Andrea Agnelli a Torino, come è stato scritto da più parti?
«No, no. Non ho pranzato con Andrea Agnelli. Di me e della mia azienda se ne sono dette di cotte e di crude. Io credo che sia importante svegliarsi al mattino e guardarsi nello specchio. Poi la gente specula, la gente vede al di là di ogni singola cosa, come per lo slogan “Make Juventus Great Aga in”. Magari ti fai un pranzo e la gente ci costruisce chissà cosa sopra. Fa parte del gioco, ci sta».