In una lunga intervista concessa al quotidiano Il Messaggero, il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha parlato del passato e del futuro in giallorosso, dall'addio di Mourinho all'arrivo di Soulé e Dovbyk in vista della nuova stagione.

Roma, le parole di Pellegrini su Mourinho

"Tra me e lui non ci sono problemi, ci siamo chiariti. Quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto, le cose all'interno dello spogliatoio devono rimanere tali. Poi visto che sono purtroppo uscite, voglio soltanto dire che con José ho sempre avuto un rapporto meraviglioso. A lui erano state dette delle cose sul mio conto che non erano assolutamente vere. E per come l'ho letta io, in un momento di profonda amarezza dettata dall'esonero, ha creduto a queste voci.

È inutile negarlo, quando ho visto la sua reazione, ci sono rimasto male. Dopo tutte le emozioni che avevamo vissuto insieme, avrei preferito che fosse venuto a parlarmi di persona. Allora, ho fatto l'unica cosa che potevo fare in quel momento visto che aveva lasciato Trigoria: prendere il cellulare e chiamarlo. Abbiamo chiacchierato a lungo e ho capito quello che stava vivendo. Non mi va di entrare nello specifico di quello che ci siamo detti ma ci siamo chiariti, questa è la cosa che conta. E per me Mourinho rimarrà un tecnico che ringrazierò sempre".

Pellegrini su Soulé e Dovbyk

"Sono tutti bravi ragazzi. Se proprio devo fare un nome, dico Soule. Ha delle qualità per diventare un calciatore fortissimo. Dovbyk? Tecnicamente più di Lukaku mi ricorda Vieri. Il lavoro che faceva Romelu lo può anche fare, ma lui vive proprio per il gol. È uno che vuole stare negli ultimi 16 metri o almeno avvicinarsi ad una zona dove sa che può segnare. Ama giocare in profondità. E poi è una bestia. Oggi abbiamo fatto la panca inclinata, ha fatto pettorali con 35 chili...".

La collocazione tattica

"Il mio è un ruolo a metà, tra il trequartista e il centrocampista. Mi esprimo al meglio da mezzala però con De Rossi ho tanta libertà di andarmi a trovare la posizione in campo. Soprattutto per come si sta sviluppando il calcio negli ultimi anni non si occupano più posizioni fisse. Per questo i moduli sono elastici. Bisogna muoversi tanto, cercare gli spazi per poterli attaccare".

La scorsa stagione

"È vero, l'ultimo anno non è stato semplice. L'unica cosa di cui non posso rammaricarmi è il fatto di non aver dato tutto. Mi dispiace che questo mio modo di essere, che non cambierà mai per niente e per nessuno, venga scambiato per poca personalità. Non penso che a personalità si dimostri platealmente o fingendo di esser quello che non sei. Io sono me stesso e vi assicuro che quando mi metto in testa una cosa la raggiungo. Fidatevi di me, sono uno che le cose le porta sempre a termine. Se un mio compagno ha qualche dolore e recupera è un eroe, se lo faccio io invece vengo deriso. A me dispiace perché non penso mai di aver mancato di rispetto a nessuno. Forse sarò meno amato perché sono più riservato di altri, meno voglioso di apparire, ma non posso farci nulla, sono fatto così".