Napoli-Lecce è adesso più che mai carico di significati. Ritorna denso e dolcissimo quello del 1989 disputato in un allora stadio San Paolo a misura di lavori in corso, per il secondo tricolore e per il mondiale italiano. In quella domenica di andata, col Napoli in testa, Maradona, fresco sposo, ebbe in dono una scultura indirizzata al suo matrimonio e ai significati amorosi.

In quella stessa domenica un ventenne con la maglia numero dieci segnò il suo primo gol in serie A. Quel giocatore si chiama Antonio Conte e oggi siede sulla panchina della squadra che gioca nello stadio che adesso porta il nome dell’altro numero dieci, quello che avrebbe risolto quella partita con una giocata al limite dell’immaginazione.

La gara interna col Lecce due anni fa fu per il Napoli la svolta psicologica. Pareggio deludente e prestazione poco convincente prima di trovare il passo indisturbato verso il trionfo. Ecco che anche adesso, sia pur in condizioni ancora differenti, la sfida al Maradona coi pugliesi assume il significato di un’ulteriore possibilità, a ridosso di un calendario che dal turno successivo impone agli azzurri un ciclo di gare tra scontri al vertice e avversari di misura superiore. Al sondaggio definitivo delle aspirazioni tenute un po’ nascoste proprio da quell’uomo che tanti anni fa fece sgarro innocuo proprio col numero dieci sulle spalle.

I leccesi, senza Gallo (squalificato), vengono da una sconfitta umiliante tra le mura amiche. Il 6-0 patito con la Fiorentina ha lasciato il segno dentro uno spogliatoio che si ritrova penultimo in classifica con una sola vittoria all’attivo e la peggior difesa. Gotti, in bilico e in discussione, probabilmente opterà per una formazione più prudente e per un atteggiamento votato prima di tutto a cercare di fermare la manovra offensiva dei partenopei. Di certo l’appuntamento col Napoli non è dei più favorevoli per cercare di ritrovare gioco e risultati.

Intanto Conte, anche in vista dell’impegno infrasettimanale a Milano, potrebbe pensare alla possibilità di un paio di cambi rispetto alla formazione abituale. Con Meret probabile rientrante e Gilmour ancora a dare il cambio a Lobotka, i dubbi maggiori arrivano dalla linea a supporto della prima punta, dove tutti i trequartisti sono allertati per due posti. Kvara, Neres, Politano e Ngonge per due maglie a sostegno di Lukaku e McTominay. Ovviamente i cinque cambi consentiranno all’allenatore del Napoli di gestire una rotazione adeguata soprattutto in quel reparto.

Il nono turno di campionato per il Napoli si divide tra passato e futuro, con quest’ultimo affidato alla necessità di proseguire sulla scia di risultati che di giornata in giornata sta spingendo gli azzurri verso un ritrovato entusiasmo. Alle porte di una serie di sfide che dopo quella coi leccesi dirà moltissimo sulla condizione mentale degli uomini di Conte. Prima, però, c’è da affrontare, per certi versi, il più insidioso degli avversari.