La qualità da una parte, la tattica dall’altra. L’imprevedibilità contro la tenuta nervosa. Argentina-Croazia è la partita ideale. Per smentite e conferme. Le prime soprattutto per gli argentini, rei di troppe distrazioni e cali di concentrazione, ma sempre vivi e vegeti a spuntarla in qualche maniera. Le seconde soprattutto per i croati, otto volte su nove ai supplementari nelle ultime gare a eliminazione diretta e per la seconda edizione consecutiva tra le prime quattro del mondiale. Un po’ come nel 1998, quando in Francia i croati arrivarono fino alle semifinali affrontando l’Argentina proprio nel girone, vittoriosa per 1-0 grazie a un gol di Pineda.

Allora gli argentini, tra i grandi favoriti del torneo, interruppero la corsa al titolo a causa di un gran gol di Bergkamp allo scadere. Mentre i croati di Suker sfiorarono l’approdo in finale uscendo sconfitti nella semifinale con la Francia grazie a una doppietta di Thuram. Prosinečki e Suker avrebbero poi battuto gli olandesi nella finale del terzo e quarto posto. 

L’ultima sfida al campionato del mondo risale al mondiale 2018, quando in Russia la Croazia si è dovuta arrendere in finale nuovamente per mano dei francesi. Girone D, con Islanda e Nigeria. Argentina-Croazia 0-3: Rebic, Modric e Rakitic. Una lezione di calcio dal centrocampo più forte di quella coppa del mondo. Una sconfitta che ancora brucia, considerando il fatto che i sudamericani arrivano a questa semifinale con qualche incertezza registrata durante un cammino fatto di alti e bassi. La sconfitta inaugurale con l’Arabia Saudita e la rimonta subita nel finale dall’Olanda ai quarti di finale, prima di recuperare il pass per le semifinali ai calci di rigore.

I rigori sono serviti pure ai croati, che fino a questo momento hanno passato ottavi e quarti senza vincere una partita. Due pareggi diversi, ma entrambi utili a giungere dove è indispensabile passare per poter ripetere l’impresa di quattro anni fa e riprovare a scrivere la storia. L’est aspetta ancora la coppa del mondo. Quasi un secolo di storia della più importante competizione del gioco del calcio e nessun titolo oltre l’Italia in direzione destra del planisfero. 

I punti fermi degli scacchi rossi sono di certo l’estremo difensore Livakovic, i due centrali difensivi, Lovren e Gvardiol, e la mediana formata da Modric, Brozovic e Kovacic. In attacco, con Pasalic e Perisic a supporto, la prima punta dovrebbe essere Kramaric. L’Argentina, oltre a Messi, si affida alle geometrie di Rodrigo de Paul e alla verve di Alvarez, oltre che di un ipotetico impiego di Di Maria dal primo minuto. Il 4-3-3 di Scaloni contro il 4-3-2-1 di Dalic. L’allenatore della Croazia col Brasile ha giocato di attesa e di carattere, due elementi fondanti dell’impianto tattico croato. Un aspetto che potrebbe mettere in difficoltà i punti deboli di un’Argentina che potrà dimostrare con un avversario così ostico e solido di meritare la candidatura al titolo di campione del mondo.