L’Inter ritrova subito due vecchie finali. Una Champions e una Coppa Uefa. Jair nel ’65 regalò il massimo trofeo europeo ai nerazzurri in finale col Benfica, mentre nella doppia finale del 1995 un doppio 1-0 a firma di Berti all’andata e di Jonk al ritorno consentì all’Inter di conquistare l’allora Coppa Uefa, oggi Europa League, battendo il Salisburgo in una stagione che in campionato vide i milanesi lottare per non retrocedere.

Il girone D ha riservato ai finalisti della scorsa stagione tre avversari che sulla carta non sembrano superiori agli uomini di Inzaghi. Benfica, Salisburgo e Real Sociedad. Con questi ultimi l’Internazionale si è confrontata nella stagione 1979\1980 al primo turno di Coppa Uefa, con la vittoria all’andata dei nerazzurri per 3-0 (Muraro, Baresi e Marini) e col successo per 2-0 degli spagnoli al ritorno, ma con un punteggio insufficiente per poter ostacolare l’Inter nel passaggio del turno.

I precedenti sono molto incoraggianti. Tutti favorevoli alla squadra di Inzaghi. Proprio nella scorsa stagione il Benfica è stato eliminato dall’Inter ai quarti di finale e quest’anno la sorte ha voluto riproporre la sfida tra l’Internazionale e i lusitani. La squadra allenata da Roger Schmidt ha operato un mercato oculato, con alcuni ingressi provenienti dalla serie A. Di Maria dalla Juventus e Cabral dalla Fiorentina vanno a completare un undici che con Rafa Silva e Joao Mario (vecchia conoscenza proprio dell’Inter) caratterizzano una squadra tecnicamente dotata, ma tatticamente talvolta senza equilibrio, come dimostrato in alcuni momenti proprio nel doppio confronto della scorsa stagione coi nerazzurri. 

Se l’Inter può già sapere come colpire gli uomini di Schmidt, il Benfica dovrà invece cercare soluzioni diverse per mettere in difficoltà l’Inter, soprattutto badando a curare con maggiore attenzione una fase difensiva che Silva e Otamendi non sempre riescono a contenere con Neves, adesso affiancato dal nuovo acquisto Kokcu, nella mediana del 4-2-3-1 del mister tedesco.

La Red Bull Salisburgo è invece una squadra che non si risparmia sul piano dell’iniziativa offensiva, ma che bada a un gioco più basato sulla verticalizzazione e sulla profondità. Il 4-3-1-2 di Struber richiama con Glouck sulla trequarti l’antico ruolo del fantasista dietro le due punte Simic e Konate. Anche se il modulo degli austriaci non disdegna una certa duttilità tattica. Gli acquisti principali del Salisburgo quest’anno sono stati Bidstrup, prelevato dal Brentford, e Terzic, anch’esso, come per Cabral al Benfica, preso dalla Fiorentina.

La Real Sociedad, vecchia gloria del calcio spagnolo, è arrivata quarta nella scorsa stagione in Liga. I biancoazzurri di Alguacil hanno acquistato Andre Silva dal Lipsia e contano su un 4-3-3 dove Traore e Munoz sono gli esterni difensivi che si sovrappongono agli esterni d’attacco Kubo e Barrenetxea. In alternativa, considerando turnazioni e cambi in gara, Tierney e Oyarzabal sono le soluzioni sulla catena di sinistra. A Zubimendi è affidata la regia del centrocampo e Fernandez è il principale riferimento del reparto offensivo.

Al di là delle suggestioni che rievocano trascorsi recenti e più lontani, l’Inter è la favorita non soltanto per passare il turno, ma anche per chiudere il girone D al primo posto.