L’Europeo dei rimpianti, del dolore, del ciò che poteva essere e che invece non è stato. Quel 2 luglio 2000 è ancora una ferita profonda, quasi fosse accaduto ieri, un po’ come il rigore di Baggio a Usa ’94 o l’arbitraggio di Byron Moreno ai Mondiali del 2002. Ma il calcio è anche questo e le sconfitte vanno ricordate come e più delle vittorie. E allora con il Memento di oggi torniamo indietro di 17 anni, alla finale dell’Europeo tra Italia e Francia: la gara della doppia beffa.
Rotterdam, Stadio De Kuip, 2 luglio 2000. A contendersi l'Europeo ci sono l’Italia di Dino Zoff e la Francia di Lemerre, una gara che per noi vuol dire soltanto una cosa: rivincita. Eh si, brucia ancora quella cocente eliminazione di due anni prima, ai quarti del Mondiale transalpino, con quei maledetti rigori sbagliati da Albertini e Di Biagio. Occasione migliore per lavare quell'onta non ci poteva capitare.
Gli azzurri sono carichi, soprattutto mentalmente. Merito della vittoria in semifinale contro i padroni di casa dell’Olanda, una maratona vinta ai calci di rigore grazie ad un Francesco Toldo da Oscar. La Francia dal canto suo ha eliminato prima la Spagna ai quarti (2-1) poi il Portogallo di Figo e Rui Costa (2-1 ai supplementari) e arriva al match con i favori del pronostico. Nesta vs Zidane, Cannavaro vs Henry, Totti e Delvecchio vs Blanc e Desailly. Tanti campioni nel rettangolo di gioco, ma la partita è tutta da giocare. Queste le formazioni ufficiali:

IL VANTAGGIO - Nel primo tempo le squadre si studiano, ma nessuna trova il guizzo vincente; da segnalare solo un tiro/cross di Henry che scheggia il palo e un paio di tiri dalla distanza di Albertini e Vieira, ma il risultato al 45° è fermo sullo 0-0. Nel 2°tempo la Francia parte nuovamente all'attaccovspinta da un funambolico Henry, ma come nel più classico dei cliché calcistici è l'Italia a passare in vantaggio al minuto 55: cavalcata di Pessotto sulla destra, cross perfetto al centro e tap in facile facile di Marco Delvecchio, che sorprende la difesa transalpina e fa 1-0. Siamo avanti.
LA BEFFA - La Francia è scossa, ma non si arrende. Parte anche la girandola delle sostituzioni: per noi entrano Del Piero, Ambrosini e Montella, nei transalpini Wiltord, Trezeguet e Pires. Ecco, segnatevi questi nomi: saranno la nostra condanna. L'Italia si difende bene, chiude ogni spazio, la Francia attacca con forza ma con sempre meno lucidità. Abbiamo anche l'occasione per chiudere il match, ma Del Piero si fa ipnotizzare da Barthez. Errore imperdonabile che pagheremo a caro prezzo. Il tempo scorre, sembra fatta e invece, a tempo ormai scaduto, accade l'irreparabile: Wiltord controlla di petto in area di rigore, si porta avanti il pallone e tira di sinistro di contro balzo. La palla passa sotto le gambe di Nesta e sotto la manona di Toldo, che si dispera.
E' 1-1, pareggio, delusione e supplementari.
LA SENTENZA - Siamo stanchi e demoralizzati. La Francia ne ha più di noi e ci sovrasta dal punto di vista fisico e mentale. Tentiamo la reazione d'orgoglio, ma siamo spenti. E la sentenza è proprio lì dietro l'angolo e porta la firma degli altri due subentrati: Pires si invola sulla sinistra, cross al centro e David Trezeguet, futuro giocatore della Juventus (passerà ai bianconeri dal Monaco per 23 milioni di euro) si stacca dalla marcatura dei centrali azzurri e scaglia un sinistro imparabile sotto la traversa. E' il 2-1 che vale il titolo, colpa del famigerato Golden Gol ("chi segna vince") che ci condannerà anche due anni dopo contro i padroni di casa della Corea Del Sud (si, proprio la gara diretta dal già citato Byron Moreno).
Siamo fuori, chiudiamo al 2°posto e la maledizione con la Francia continua.
Ci vorranno altri sei anni, un Mondiale tedesco, Materazzi, la testata di Zidane e la traversa di Trezeguet ai rigori per assaporare una rivincita tanto attesa e, proprio per questo, tanto dolce...