INTRODUZIONE

Io: ”Che ne pensi della mia squadra tesò?”

Lei: ”Amò di nuovo?? Ma basta, hai rotto te e sto fantacalcio… ma poi che ne devo pensare, c’hai una squadra di merda, ti manca qualcuno in attacco”

Io: ”Ma come? C’ho Bergessio, Bojan, Quagliarella, Robinho…E pure il solito Sergione Floccari!”

Lei: ”E allora che me lo chiedi a fare? Io non li conosco…“

Io: ”Vabbè che c’entra… sono forti… Bergessio non li fa 13 gol quest’anno??“

Io: ”Non li fa??”

 

Era il 2012, ordinarie conversazioni di una coppia, fidanzati da 8 anni, lei, tifosa quanto basta, poco competitiva, lui col senso sportivo di Silvio Baldini in quel di Parma-Catania 2-2, che ancora a 27 anni parlava coi suoi giocatori manco fossero dei Santi e con indole Mazzarriana cercava di motivare al lunedì la sconfitta:

Lei: ”Buongiorno amore, tutto bene?”

Io: ”Ciao tesò, no per niente perché ieri quel culone di Gianluigi ha pareggiato 66 a 71.5 e checculo, comunque non è perché voglio parlare, ma abbiamo fatto bene, abbiamo fatto anche gò, poi se non danno i rigori a Rigoni non è colpa nostra anche perché Gianculone non ha fatto niente per fare gò. Cioè rispetto per Gianmerda, ma l’episodio dell’assist da fermo ci ha penalizzato…”

Tu tu tu tu tu tu tu

Io: ”Amore??”

Proseguiva benissimo la nostra storia: lei quasi aveva imparato oramai a filtrare quello che io dicevo e se si parlava di fantacalcio automaticamente era solo un annuire continuo.

Ero presidente, di una lega a 10, ovvero quasi 20 persone che per comodità si accoppiavano, talvolta per spilorceria sulla quota annuale, agguerriti e Caini che facevano del fantacalcio terra di sangue ogni maledetta domenica, ma col brutto vizio di gufarsi a vicenda tanto da chiamare la Lega, Fantagufi! A fine stagione 2012/2013 ci fu un problema perché una squadra venne meno e ci fu l’esigenza di rimpiazzarla: solito giro di telefonate, dei fedelissimi, ma i papabili non erano molto allettanti. L’operazione “trova un coperchio” era molto difficile in quanto già dall’anno prima si bramava e sognava di un fantacalcio pluriennale e quindi serviva una persona con un curriculum vitae non indifferente e soprattutto che potesse durare nel tempo.

Lei: ”Amò che hai?”

Io: ”Nulla, sto pensando a chi invitare al fanta per l’anno prossimo”

Lei: ”Ancora fantacalcio??Che palle, basta lo faccio io!”

Lei: ”Sissì mi piace fare le cose insieme, così stiamo ancora più tempo insieme, perché è bello stare insieme perché io ti amo assai”

Io: ”Amore dai smettila”

Lei: ”Su non sto scherzando è un’opportunità per stare più tempo insieme, poi lo sai che di calcio ne mastico”

Io: ”Sisi ma non ne saresti capace, noi facciamo anche quello mantra…“

Lei: ”Ehhh chesaràmaiii dai dai lo faccio io, al massimo mi trovo una compagna!”

Io: ”No amore, il fanta lo sai è una cosa seria…“

Lei: ”Stai dicendo che io non sono seria abbastanza?“

Io: ”Ma no….”

Lei: ”Allora stai dicendo che sono ignorante di calcio e le la mia intelligenza non mi permetterà di capire un gioco?”

Io: ”Ma no…”

Lei: ”Stai dicendo che non mi ami abbastanza per condividere il fantacalcio anche con me che sono la tua metà?”

Io: ”Senti, come si chiamerà la tua squadra?”

Fu così che cominciò la storia drammatica che mi vede da un anno protagonista

 

CAPITOLO 1 – SEDE D’ASTA

Sede d’asta: le Real Rock Queens erano le uniche donne a sedere al tavolo. Un pò per le tette, un pò per la curiosità di vedere un essere diverso in quel luogo sacro, le Queens furono subito al centro dell’attenzione. Attenzione che diventò sfida quando le ragazze, ostinate e spilorce quanto basta, avevano un bel gruzzoletto di soldi da spendere e la scelta ricadde sul mandingo nostrano, Supermario Balotelli. L’uomo da battere, conti alla mano poteva essere solo lui, Gianluigi.

Gianluigi è uno di quelli che riesce a beccare la doppietta di Conti anche se lo mette secondo panchinaro, che al momento giusto sa liberarsi di Milito proprio una settimana prima che si rompe il ginocchio, è uno che quando mette Izco perché non ha nessun altro in rosa gli fa anche segnare il suo unico gol stagionale, è quello che quando Klose non ne ha più fa subentrare Amauri con una doppietta storica, è quello che quando non ti gioca il tuo Roncaglia, lui caccia Savic che ne fa due, insomma avete capito, è colui che sfugge alla sfiga e alle gufate tanto da meritare il soprannome di Gianfuggiasco (il soprannome ha dato poi vita ad una saga “i mille volti di Gianfuggiasco”, ma questa è un’altra storia).

 

Il nostro Gian era deciso nel prendere anch’egli Supermario ma stavolta aveva sbagliato i conti…le Queens erano più ricche e sul 345 dovette lasciar perdere e ripiegare su di Natale. 

A fine asta il mio “amore” contava tra le fila una squadra apparentemente senza infamia e senza gloria:  punta di diamante Balotelli e una certezza sulle ali di nome Cuadrado. Il problema era che di ali ne mancava una, perché il caro Mertens, sottopagato e sottostimato da tutti, era passato del tutto in secondo piano. D’altra parte anche Strootman sembrava si un bel giocatore, ma di quantità, come il caro Behrami ed Hetemaj. A fare coppia con Mario, c’erano Pinilla, Zaza, Pazzini (perché non si sa mai) e dulcis in fundo, Immobile, quasi ceduto dopo un 4.5 alla 6a giornata e nessun gol all’attivo, per Hertaux, ignobile difensore già goleador all’esordio e col posto da titolare assicurato.

Tutto insomma proseguiva normalmente, ovvero Real Rock Queens nei bassifondi della classifica e presidenti che provavano fino alla fine a “rifilare il pacco” stagionale, con la stessa tirchieria di Lotito, alle più deboli ed indifese… Dicevano!

Si, bassifondi, perché oltre l’esordio vincente per 3-2 nella prima giornata proprio contro Gianfuggiasco, il nulla cosmico, ma già quello doveva essere interpretato come un segnale…

 

CAPITOLO 2 - SI COMINCIA

Il mio ego era abbastanza appagato, ero sopra le Queens (ma chi le guardava, io guardavo Gianculone, che l’anno prima aveva vinto Campionato, Coppa Italia, Coppa Napoli, Supercoppa Italiana e Supercoppa Europea… aveva vinto tutto tranne l’Europa League, competizione che vedeva vittorioso il mio Atletico Mammut solo perché Gianfuggiasco non vi poteva partecipare!!) e sembravo avere una bella squadretta. 

La partita che il “mio tesoro” aspettava era l’ultima del girone, l’avrei infatti incontrata alla 9a. Le Queens mi aspettavano, come aspettavano tutti per infliggerci una lezione e per togliersi dei sassolini dai tacchi, ma noi non lo sapevamo! Il nemico era vicino a noi, subdolo e vendicativo e noi guardavamo da tutt’altra parte. 

Il primo minidramma di questa stagione, comunque sia, si sviluppò proprio alla nona:

dopo anni di esperienza sapevo quando aspettarmi tanto in una giornata e quando no, anche perché come già scritto in precedenza, coi miei giocatori io ci parlavo e sapevo che un pareggio sarebbe andato bene. Quando sei martello batti, quando sei incudine statti. Subii subito un gol da Strootman, ma una serie infinita di 4 mi permise di pareggiare 0-0.

La mia “amata” era scontenta e pretendeva dai suoi giocatori veramente tanto. Anche da quelli che eran veramente loffi! Aveva una grinta e un carisma sui suoi uomini incredibile che anche l’ultimo degli scemi si sentiva importante. Quel giorno ammirai la sua sete di vittoria e mi domandai se anche io avessi ancora fame o mi ero accontentato dell’Europa League dell’anno prima o di una serie di secondi posti… Nel dubbio presi una mozzarella dal frigo, la infilzai con la forchetta e feci un morso. Mentre asciugavo la goccia di latte venuta fuori dallo spigolo della mia bocca, capii che ero ancora affamato. Difatti ne presi un'altra.

 

CAPITOLO 3 – IL RITORNO

Il secondo scontro era previsto alla 18esima. Nel mentre, le Queens mi avevano sorpassato ed io invece in piena zona retrocessione continuavo a guardare Gianfuggiasco. Era terzo.

Lo scontro con “la mia metà” non mi avrebbe permesso di raggiungerle in classifica ma di certo un’inversione di marcia ci voleva. Prima o poi dovevo ricominciare a vincere e quale occasione migliore di questa? Juve-Samp, dentro Tevez fuori il pupillo Gabbiadini, anzi “ho troppa abbondanza in attacco, stavolta non lo convoco” - pensai. Pronti via, al sabato decidemmo di vedere le partite insieme, si cominciava con Roma Livorno (3-0). Il solito Strootman mi aspettava, pronto a metterla dentro per l’onore delle Queens. Si ok, “ma la mia partita deve ancora cominciare” – dissi - e forte dell’Apache non feci drammi, “si va avanti anche se il voto a Naingollan è palesemente ingiusto, il 6 è pochissimo!”. Due ore più tardi avrebbe segnato Gabbiadini e non Tevez. Una rabbia mi avvolse e non riuscivo a sopportare le grida di gioia di chi mi era a fianco. L’assist di Carlitos comunque mi faceva ben sperare, “Se ne parla domani…Ma comunque Naingollan meritava almeno 6,5… ALMENO!”. Il giorno dopo il mio caro Jack Bonaventura non mi deluse e mi diede speranza di pareggiare nonostante avessi Immobile contro. Per come erano andate le cose tutto sommato, il pareggio mi stava bene anche perché lo scolapasta Brkic ne aveva prese 3 e mi aveva rimesso in gioco. Alla sera in dramma era consumato: Balotelli al 90esimo su rigore! Finì 2-1 per la mia “adorata”, precisamente 71.5 a 69.5 (71.5 è la soglia dei due gol). 

Dopo 10 anni insieme il nostro rapporto iniziò a scricchiolare. Non riuscivo a mettere da parte il fatto che… che non avevo schierato Gabbiadini ma soprattutto non sopportavo di perdere contro due donne culone, su rigore al 90esimo. “Vabbè fa niente, tanto non sarà per questa partita che mi ritrovo terzultimo!” – sbottai – “vi aspetto alla prossima!.. E comunque Naingollan non meritava 6!”.

 

CAPITOLO 4 – L’ORA DELLA VERITA’

Giungiamo cosi alla 27esima. Queens sempre sopra, ma un rimontone del mio Atletico mi aveva portato a solo una lunghezza dalle odiate rivali. “Stavolta non posso fallire” - mi ripetevo - ma qualcosa dentro me mi diceva l’esatto contrario.

Eravamo in macchina io e lei, entrambi facemmo finta di non sapere dell’anticipo del sabato che voleva in campo Toro e Livorno, fino a quando il segnale acustico dei nostri smartphone segnalò la prima notifica e la prima sentenza: gol di Immobile! 

“Non ci penso, tanto è sabato e c’è tempo” ma quasi mezz’ora dopo altro “Din Don”, sempre lui, ancora Immobile. Urla di esultanza stordivano i miei timpani giusto a 50cm da me e mi sapevano tanto di provinciale, ma tant’è. Poco dopo mi resi conto che il mio rapporto non stava scricchiolando, ma era a pezzi almeno da parte mia, mentre dall’altra parte c’era tanta maturità e la solita dolcezza a non infierire (grazie al cazzo stava vincendo!). Non controllai più il telefono fino alla sera tardi, fino a quando mi resi conto che Immobile ne aveva fatti 3. Mi aveva purgato per ben tre volte. La prima cosa che pensai era che anche Tevez ne poteva fare altrettanti il giorno dopo, ma la seconda cosa che pensai fu che la mia donna lo sapeva (me lo disse il suo sorriso metà beffardo e metà dispiaciuto), ma non mi disse nulla. Lo fece per non farmi dispiacere, per non infierire. Capii che mi amava ancora! 

Ma io non ero sicuro più di nulla.

Finì 70.5 a 74.5, e persi nuovamente 2-1. Quella settimana Bonaventura ne fece 2, ma oramai non faceva più parte della mia rosa, lo cedetti poco prima e cosa più strabiliante fu chela Samp ne fece 5. Di quei 5, nessun gol era del mio caro Gabbiadini. Non era semplice sfiga, ma una fattura di qualche strega. Purtroppo non finì li.

 

CAPITOLO 5 – I GUAI NON VENGONO MAI SOLI

Per una serie di vicissitudini (a causa della sconfitta proprio con le Queens!) mi ritrovai a disputare l’Europa League, esattamente come l’anno prima, da campione in carica e sinceramente, avevo anche sensazioni positive. Se non fosse per le Queens, che, è il caso di dirla tutta, per un pelo di ciucia si ritrovarono anche loro in Europa League e non in Champions. Erano l’outsider del campionato, con la squadra più in forma e avrebbero avuto accesso direttamente alla semifinale mentre io avrei dovuto affrontare nei quarti la Parentissimi FC, fanalino di coda quasi dall’inizio del campionato, ma con pezzi pregiati come Higuain e Ruben Botta! Passai il turno ed in semifinale indovinate un pò chi incontrai?

Dissi ai miei uomini di scendere in campo senza paura e di giocarsela a viso aperto, sfruttando il primo turno fuori casa per fare gol, che il risultato non contava, che eravamo forti e altre menate del genere.

Fummo investiti dai gol di Mertens, Cuadrado e Immobile e come se non bastasse, anche lo zappatore Hetemaj entrò nel tabellino grazie ad un assist. E parafrasando il caro Boskov, non voglio dire che il mio cane gioca meglio di Hetemaj, ma semplicemente che Hetemaj può giocare a calcio solo al parco col mio cane.

Quel giorno però, un combattente si distinse, per orgoglio e per forza lottando come uno spartano. Ne fece uno solo, ma accompagnato da due assist. Era il mio caro Palacio che mi fece agguantare un pareggio per 2-2 che aveva dell’insperato.

Non cantai subito vittoria, perché sapevo che al ritorno non sarebbe stata facile e soprattutto perché avrei visto la partita non solo con la mia lei, ma anche con la sua compare. Fu una strage.

CuadradoCuadrado&assistdiCuadradoImmobile. Risposi timidamente con Tevez. Fui tirato fuori anche dalla finale di Europa League. La sera evitai ogni contatto fisico e visivo, non parlai, mi chiusi in me stesso e mi girai dall’altra parte nel letto. Più tardi la sentii piangere. 

Non ho mai sopportato le lacrime di una donna per questo misi da parte il mio orgoglio e mi affacciai dall’altra parte del letto per dirle che era tutto ok. Una lacrima scese sulla sua guancia rossissima, di chi trattiene le lacrime. Il mio sguardo salì fino a notare che aveva il suo smartphone tra le mani. La pagina era impostata sul live di Fantagazzetta. Capii che mi stava prendendo per il culo e che non riusciva più a trattenere le lacrime dal ridere. Umiliato cambiai stanza di corsa, accesi il pc e presi il calendario. Avrei giocato l’ultima di campionato con le Queens, avrei avuto un ultima speranza di vincere, ma soprattutto di rovinare la festa. Giurai vendetta, tremenda vendetta.

 

CAPITOLO 6 – LA VENDETTA

Personalmente, sono un tifoso innanzitutto del calcio, credo che in fondo sia una forma d’arte. Ho anch’io la mia squadra del cuore del quale sono tifosissimo, ma non sono di quei tifosi che odia a prescindere altre squadre (a meno che queste non vincono contro la mia). Insomma so anche apprezzare oggettivamente la grandezza dei calciatori che hanno una maglia diversa dai miei colori del cuore con una certa sportività. Nel fantacalcio però sono estremamente professionale ed ogni calciatore non ha maglia per me e son sempre riuscito a fare acquisti abbastanza mirati. Tutto perfetto se non fosse che non è la maglia ad influenzarmi, ma proprio il calciatore. Ci sono calciatori per il quale ho un debole e ai quali attribuisco dei meriti sportivi fantacalcistici, e comprarli è un modo per ringraziarli del lavoro fatto nel mio Atletico Mammut. Basti pensare che dal 2008 conto Floccari nella mia rosa: in pratica da quando con l’Atalanta, lui e Doni guidarono i miei uomini come dei veri condottieri a suon di gol, fino al secondo posto. Idem si può dire del grandissimo Valdanito Crespo, comprato sempre, anche quando aveva più problemi lui che mio nonno. E mio nonno aveva tanti problemi. Ma proprio tanti. Comunque sia, tralasciando mio nonno, questi fedelissimi prima o poi purtroppo mi hanno lasciato, fortunatamente per loro a causa della vecchiaia, ma era giunto il momento di trovarne altri e di ringiovanire la mia rosa perché altrimenti avrei fatto una brutta fine. Come scegliere i nuovi capitan futuro? Semplice, per anzianità e per curriculum. Uno come Pandev per esempio, si trovava benissimo nella mia squadra, infatti sebbene come ogni anno riuscissi a resistere alla tentazione di comprarlo a Settembre, per qualche motivo ancora poco noto agli astrofisici, entro Gennaio me lo ritrovavo sempre in rosa. Vuoi perché i miei concorrenti conoscono oramai le mie debolezze, vuoi perché effettivamente gli voglio bene, Goran è sempre stato con me. Inutile dirvi, gioie e dolori. Altro uomo onnipresente è Sansone (quello del Parma, che si chiamerà per sempre così anche se gioca nel Sassuolo).

Il destino volle che a 3 giornate dal termine, il giorno della mia esclusione dall’Europa League, la classifica vedeva i Maghi al secondo posto a 51 ed a seguire Real Rock Queens 49, Atletico Mammut 48, Gianfuggiasco a 47 e Rio Fc a 46. Ero quarto a meno -1 dalle ragazze. Era Bagarre. Sansone, Pandev e Palacio, acquistato a Febbraio per Garics-Bonaventura-Floccari (ebbene si, per la prima volta in vita mia avevo ceduto Floccari) diedero il loro contributo  portandomi in una situazione di classifica molto favorevole, approfittando anche dello scontro diretto Maghi - Real Rock Queens 0-2.

 

Il destino volle che avrei dovuto giocare l’ultima partita di campionato proprio contro le Queens, quarte a -1 da me. Il destino volle che l’uomo più in forma della loro squadra, Immobile, era assente per squalifica, ma lo stesso accadeva a me con Palacio. Io però avevo una chicca. Avevo uno che non avevo MAI schierato in tutta la stagione, pagato discretamente, mai ceduto e sempre aspettato invano. Era uno di quelli che averebbe potuto prendere il posto di Floccari, o meglio, a fianco a lui nella bacheca degli uomini più determinanti dell’Atletico Mammut. Il suo nome era El Sharawy. Tadaaaaà.

E avevo anche due risultati su tre a disposizione!

Al sabato il loro Brkic aveva già preso 3 polpette, il giorno dopo il loro Rossettini risultò spettatore non pagante in Juve-Cagliari e il loro Balotelli si accomodava in panchina risolvendo ogni problema!

I miei, d’altra parte, quel giorno scioperarono e nonostante la presenza del Faraone, furono invisibili! Ma avevo pareggiato! Già, avevo pareggiato 0-0, mantenendo il distacco dalle Queens e addirittura scavalcando i Maghi, sconfitti da Gianfuggiasco. Ero secondo! L’Atletico Mammut era secondo grazie ad una cavalcata storica. E non importava se era l’ennesimo secondo posto, e non importava aver perso 4 finali su 5 in due anni, l’importante era che le Queens e il “mio amore” erano fuori dal podio! Chapeau a me.

 

CAPITOLO 7 – IL DRAMMA (GIURO CHE E’ L’ULTIMO)

Avrei voluto che la storia di prima fosse vera e parlarvi di festeggiamenti, di sfottò alla mia fidanzata alla quale avrei rinfacciato che di pallone non ne capisce una mazza, che Immobile non si può nemmeno pensare di cederlo per Hertaux, come nemmeno Mertens per Hamsik e che Chivu, Valentini, Widmer e Cofie potevano anche evitare di comprarli… ma purtroppo per me non andò così.

La verità fu che Mertens, che sfortunatamente non diedero via, quella sera ne fece 2 e fece anche 2 assist e Zaza, messo al posto di Immobile, al 90esimo tirò inspiegabilmente un rigore segnandolo. Vero che Balotelli non giocò, ma Pazzini fece assist come, l’oramai mio amico, Cuadrado. Persi 2-0, di nuovo, sempre contro lei.

Non ho mai più saputo i risultati delle altre partite e non credo lo farò mai; ad oggi potrei aver comunque agguantato un misero terzo posto, ma non mi interessa. La verità è che ora finalmente sono felice. Ora sono Single…

Ma nemmeno per sogno! Lei fa il fanta, fa la designer e gioca alla play, dvoe la trovo una così? Non mi resta che dire...Forza Queens!

 

gufi

 

Domenico Orefice - La mia Lega Fantagazzetta 

 

HAI ANCHE TU UN FANTARACCONTO CHE VORRESTI  VEDER PUBBLICATO?

INVIA LA TUA STORIA VIA MAIL AD a.devuono [@] fantacalcio.it LINKANDO ALL'INTERNO DEL PEZZO LA TUA FANTALEGA FANTAGAZZETTA. I MIGLIORI VERRANNO SELEZIONATI E POTRAI LEGGERLI SU FANTAGAZZETTA!

 

QUI LE ALTRE PUNTATE DI 'FANTARACCONTI'