Tutto è iniziato anni fa, erano i primi anni 2000, ai tempi dell’università. Come la maggior parte degli studenti fuori sede, con tanto tempo a disposizione e tanta passione per il calcio in tutte le sue forme, creammo le nostre leghe di fantacalcio tra compagni di studi e coinquilini. Il gruppo era unito, coinvolto e soprattutto eravamo amici veri.

Poi una notte di Aprile del 2009, la vita cambiò un po’ per tutti, L’Aquila non era più la stessa (e forse non lo sarà mai più). Noi fortunatamente stavamo tutti bene, ma ce ne saremmo dovuti andare, dividerci, trovare la nostra strada nel mondo in maniera indipendente, lontani gli uni dagli altri. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo, ma non avremmo mai pensato che sarebbe successo tutto in 32 lunghissimi secondi.

Da quel momento il gruppo per la prima volta non aveva più un luogo comune dove vivere, studiare, lavorare e condividere le nostre passioni: qualcuno tornò al suo paese natale, altri hanno continuato a condividere gli ultimi mesi di università in improbabili sedi universitarie post sisma sul litorale abruzzese, altri hanno seguito il lavoro in giro per il centro Italia.

Era ovviamente la fine di un’era, che per noi sembrava ed era speciale, ma non la fine della nostra amicizia e passioni. Ci siamo impegnati per continuare a vederci quando possibile, come possibile, coinvolgendo negli anni anche le nostre nuove famiglie, ma abbandonando inevitabilmente alcune tradizioni che richiedevano la nostra presenza continua, come il Fantacalcio, il calcetto, i giochi di ruolo, ecc... In breve tempo tutti hanno trovato la propria strada, ma purtroppo per noi erano strade diverse, che ci hanno allontanato inevitabilmente, anche se solo geograficamente.

Pensavamo di potercela fare a rimanere tutti amici per sempre, e di continuare a condividere qualcosa per sempre tutti insieme, nonostante la distanza. Poi qualche tempo dopo, le nostre vite vennero scosse di nuovo, in maniera ancora più intensa, più personale. Un componente della nostra “truppa” ci confida di avere una brutta malattia. Fu un vero e proprio pugno nello stomaco, che ci colpì tutti, con una forza devastante: ko tecnico. Noi abbiamo fatto il possibile per stargli vicino, nonostante le distanze, e lui ce la mise tutta, ma purtroppo non fu abbastanza. Francesco ci ha lasciato poco più di 2 anni fa, in una terribile notte di giugno, tra la sua famiglia e i suoi amici. Al gruppo mancava un componente, per la prima volta, e questa volta per sempre. Difficile spiegare che persona fosse Francesco, e probabilmente non è nemmeno questo il modo e il momento di farlo. Ci vorrebbero ore e centinaia di pagine e racconti per spiegare che persona fantastica fosse e che amico è stato per tutti noi. Il senso di smarrimento che ci ha pervaso in quel periodo è stato devastante. Ci siamo trovati ad affrontare la mancanza di una persona la cui presenza era data per scontato, su cui avevamo sempre contato, e probabilmente per la maggior parte di noi, ci siamo dovuti confrontare per la prima volta, sulla crudeltà e assurdità della vita, costringendoci a crescere uno volta per sempre, perdendo una volta per tutte, la bellissima spensieratezza irresponsabile dei giovani ragazzi (ormai ex) universitari, piena di vita, speranza e sogni. La vita è così, la dobbiamo accettare, e dobbiamo confrontarci con essa tutti i giorni.

Nei mesi successivi ci siamo sentiti spesso tutti, ci siamo visti e confrontati, e soprattutto confortati l’uno con l’altro, cercando di mantenere sempre vivo il ricordo del nostro compagno, trovando conforto nei ricordi, nelle passioni comuni, e nelle “stronzate” che facevamo insieme.

E fu così, che è nata l’idea di riproporre un gioco a lui tanto caro, come il fantacalcio, e di dedicarlo a lui. Le distanze e la vita ci avevano allontanato, ma la tecnologia e la volontà ci avrebbero permesso di ricomporre la lega, e di giocare e fare l’asta a distanza.

Le regole erano semplici. Il Fantacalcio sarebbe stato un modo per tener viva la sua memoria: la lega, le competizioni e le squadre portano tutte il nome di espressioni e ricordi legate a lui. Da buoni nerd ed informatici, abbiamo corroborato il tutto con loghi personalizzati, gruppi WhatsApp, regolamenti ad hoc e condivisi, e un progetto a lungo termine, che garantisse una serie di bonus/malus per gli anni successivi per mantenere vivo l’impegno fino in fondo.

Il primo anno è passato, ci siamo divertiti, ci siamo arrabbiati, abbiamo maledetto voti, sorte e avversari come la tradizione del fantacalcio impone, e questa estate abbiamo iniziato a pensare quindi alla prossima imminente stagione.

Il tempo e le responsabilità sono carcerieri severi, e non lasciano troppo spazio al tempo libero e alle frivolezze come il fantacalcio, ma la voglia di fare di più è stata più forte degli impegni e delle distanze. Ed è così che tra mille discussioni sul regolamento, bonus, modalità d’asta, è nata la malsana (e benedetta idea) di rivederci, tutti, per una serata con l’asta alla vecchia maniera: dal vivo, con rilancio, vino, giornali, appunti, intimidazioni, turbative d’asta e tentativi di corruzione. Come ai vecchi tempi.

Ed è così che inizia la storia dell’asta più “lunga” e “selvaggia” di sempre.

Lo principale condizione è stata quella di voler a tutti i costi fare l’asta “dal vivo”, nella più classica delle modalità di rilancio. Definito quindi il come, che sono iniziate una serie di discussioni sul quando, e sul dove. Vi risparmio i dettagli degli accordi, ma alla fine, tra una proposta strampalata è l’altra, un compagno lancia l’idea: “Ma se la facessimo in una nottata nel mio camper?”.

La più classica delle idee malsane, buttate lì quasi per caso, in mezzo ad un mucchio di altre proposte, si fa largo nella mente stuzzicata di ogni partecipante, immaginando improbabili scenari alla Breaking Bad. Si comincia a pregustare la possibilità di farlo davvero, una serata o forse più tutti insieme, come una volta, come dopo il terremoto, come quando eravamo tutti spensierati e la vita non ci aveva ancora colpito sotto la cintola. La brace della tentazione cova lenta sotto la cenere del dubbio, fino ad esplodere in un unico grande fuoco: facciamolo!

In ogni gruppo che si rispetti, ognuno ha la sua parte, il suo ruolo, la sua specialità. Io per tutti, dal primo giorno di università, sono stato il “mammo” della compagnia, colui il quale era sempre pronto ad organizzare, a proporre e a portare avanti le iniziative, degno del miglior “ragionier Filini”. Ed è stato proprio con lo stesso entusiasmo dell’iconico personaggio fantozziano che immagino tutto nella mia mente, e che da lì a poco, trasformeremo in realtà.

Pianifichiamo tutto, nemmeno stessimo preparando la campagna russa napoleonica. Ma era così che ci sentivamo, generali pronti ad organizzare la spedizione, attenti ad ogni dettaglio, pensando a tutto, dagli spostamenti, gli orari, disposizioni, provvigioni, e perfino tutti i possibili scenari alternativi a seconda di questa o quella variabile.

Bè, credo di avervi già annoiato abbastanza con la prefazione, ecco quindi il racconto dell’asta “selvaggia”.

La macchina organizzativa era ormai in moto. E’ stato deciso il mezzo, il camper e il giorno (un venerdì sera/notte). Il luogo viene scelto per la distanza geografica e per la sua bellezza, la cornice doveva essere quella giusta. Tutto deve essere perfetto. Ed è così. che il fatidico giorno, tra permessi sospetti sul lavoro, promesse e raccomandazioni di mogli e figli e fidanzate, che inizia la nostra asta. Per poter esserci, ogni membro della lega deve organizzare il suo itinerario che lo porterà puntuale al luogo del rendez-vous: area camper sulle rive del Lago del Salto, nel cicolano, a Borgo San Pietro (RI). La nostra causa inizia quindi venerdì pomeriggio, da 5 città differenti. Tutto è stato pianificato e condiviso sul web, ognuno aveva le sue istruzioni da seguire alla lettera, i suoi mezzi, i propri compiti e gli orari da rispettare.

Obiettivo essere a Borgo San Pietro alle 20 di venerdì, tutti insieme. Così a suon di sincronizzazioni e aggiornamenti, ognuno ha fatto il proprio dovere, i membri pian piano iniziavano ad incontrarsi e ad unire i propri mezzi per raggiungere la destinazione. Partenze da Roma, Sora (FR), L’Aquila, Mosciano Sant’Angelo (TE) e Manoppello (PE), passando per Anagni (FR), Avezzano (AQ) e Pescara per il lavoro. Sembrava impossibile, ma ogni ingranaggio era al suo posto, ogni persona sapeva quello che doveva fare, e nonostante maltempo, incidenti e strade chiuse, nulla ci ha impedito di essere presenti e puntuali al luogo dell’appuntamento.

Saluti, abbracci, ed entusiasmo di rito, hanno dovuto far posto presto al motivo per cui eravamo li. C’era un’asta da fare, dei giocatori da acquistare, era la prima asta dal vivo dopo anni, era il fantacalcio in memoria del nostro compagno, era l’asta di Cristiano Ronaldo.

Il campeggio era deserto, noi unici avventori ad aver sfidato la pioggia e il freddo di questo venerdì di settembre sulle rive di un lago appenninico, scelto come palcoscenico sul quale sarebbe andato in scena il nostro mercato.

Ed è così, che sotto la pioggia e le schiarite, protetti da un gazebo di un campeggio reatino, che ha avuto luogo il nostro mercato.

Le chiamate erano tutte importanti, ognuno portava con sé i migliori giocatori dell’anno precedente, con bonus e malus ottenuti l’anno prima, e con pochi crediti (250) a disposizione. Dovevamo impedire ogni forma di strategia, quindi asta completamente random. Come fare quindi a garantire la totale imparzialità delle chiamate in un bosco e senza internet?

Nei giorni precedenti, ho quindi scritto un programma per pc che chiamasse in maniera assolutamente casuale tutti i calciatori della lista, e che assegnasse e componesse le varie squadre ogni volta che qualcuno si aggiudicava un giocatore in modo da avere direttamente il file Excel da caricare poi sul sito di Fantagazzetta (ve lo avevo già detto che siamo nerd vero?).

La serata è andata quindi avanti così, tra arrosticini alla brace, qualche chiamata, scamorze e bruschette, fiumi di vino e genziana, momenti goliardici, e attimi di serietà (come la chiamata abbastanza precoce di CR7).

L’asta è lunga e sfibrante (forse più per il vino e le libagioni che per la tensione), si va per le lunghe, si discute per tutto, e si pensa ad ogni calciatore, ad ogni combinazione, tra conti in tasca agli avversari, depistaggi, brindisi fuorvianti e rilanci infami ad ogni chiamata, perfino sul terzo portiere della Juve.

La serata scorre veloce ma inesorabile, Cristiano Ronaldo, che formerà un attacco atomico con Dzeko e Falcinelli, è andato via per 70 fantamilioni (sono tanti su 250 fantamilioni meno i malus già tolti per giocatori mantenuti). Alla fine sarà però il Pipita il giocatore più caro (81 FM) il cui allenatore (io) spera di vendicare con lui l’infame ultimo posto dell’anno precedente. Le altre squadre sono state composte, abbastanza equilibrati, tra grandi nomi e grandi scommesse, tra centrocampi dalle pessime intenzioni (coppia centrale Meitè - N’Koulou), e difese più scontate dei broccoli al Lidl.

L’asta, iniziata intorno alle 21 del venerdì, termina alle 4 passate della mattina di sabato, tra l’entusiasmo, la felicità di qualcuno, e le perplessità degli altri: stanchi, ubriachi ma felici.

Ultime ore della notte passate poi tutti insieme (come una volta) nel camper, per provare a dormire qualche ora. Ma cosa vuoi che sia qualche ora di sonno in confronto a mesi di storie arretrate, ricordi e aneddoti di un gruppo di amici che hanno scelto un pretesto per rivedersi sempre, per ricordarsi della loro amicizia e dei propri amici, anche quelli che non ci sono più? Quel pretesto per noi è stato il Fantacalcio.

Il giorno seguente lo abbiamo usato per smaltire la serata, in giro per il lago prima di tornare ognuno alla propria famiglia, ognuno alla propria città, al proprio lavoro, al proprio posto nel mondo. Ma con la consapevolezza che ognuno di noi avrà, nei prossimi anni, sempre un nuovo appuntamento, che vogliamo trasformare in tradizione. La nostra sarà per molto tempo la lega di Francesco, la nostra lega, forse l’unica lega con la sede del mercato itinerante.

Domani inizia il nostro campionato. I fanta-allenatori scalpitano, propongono scambi dell'ultimo minuto, cambiano formazioni, fanno pretattica e anche gli scongiuri. Ormai ci siamo e non ci resta che divertirci come sempre, con la speranza che anche Francesco da lassù, si faccia una risata insieme a noi ogni stronzata che facciamo/diciamo/scriviamo su questo gioco.

Buon campionato a tutti, aspettando la prossima sessione di mercato, e la prossima gita in camper. 

Ps. 1182 sono circa i km percorsi da tutte e 6 i partecipanti per raggiungere il luogo dell’asta e per tornare a casa.

P.P.s. Da buoni nerd, oltre alla lega ufficiale sul sito, abbiamo anche il gruppo WhatsApp, con tanto di immagini di copertine personalizzate, loghi nostri, e madrine di eccezione:

Stefano - La mia Lega Fantagazzetta

https://leghe.fantacalcio.it/fanta-franz/

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