Uno sguardo a 360° sulla Serie A e sul calcio italiano da parte del protagonista di una delle sorprese di questo avvio di campionato: partenza lanciata per il suo Lecce, e Eusebio Di Francesco ha parlato dei temi del torneo a Radio Anch'io Sport su Radio Rai.

Di Francesco sulle gerarchie del campionato

"Il Napoli riesce a riportare quello che è stato acquisito in questi anni. Ha delle alternative sia in avanti e che sugli esterni e ha sempre un giocatore come Juan Jesus. Tra le favorite anche il Milan, che ha perso dei giocatori con una capacità di adattarsi in diversi ruoli. Non esiste più un ruolo fisso ma un calcio più dinamico. La Roma? Il fatto che arrivi Lukaku è un bel vantaggio, ha bisogno di rinforzare la sua squadra e potrebbe dare una grande mano. Non pensavo che partisse così, non avrebbe meritato sabato la sconfitta ma fa parte delle partenze".

Di Francesco sul rigore mancato in Juve-Bologna

"Proprio una settimana fa ci è venuto a trovare un arbitro di Serie A per fare una chiacchierata, e ha parlato di quando gli vanno tutti addosso mentre c’è una situazione di Var, cosa che anche a me non piace e non aiuta nessuno: dobbiamo migliorare anche noi. È un calcio diverso, così come nel sociale, prima si diceva anche qualche 'parolina', ora bisogna stare attenti perché gli arbitri sono più rigidi. Ma io non contesto l'episodio fine a se stesso, al di là di ieri che si doveva intervenire. È la gestione di una partita che fa la differenza. Prima veniva presa una decisione e tu dovevi accettarla. Collina, che è stato grandissimo, se gli dicevi che secondo te aveva fatto un errore ti rispondeva 'l'ho vista così, è andata così. Bisogna essere bravi nella comunicazione, così come nella vita".

Di Francesco e il caso Mancini in Arabia

"Conosco Roberto ma non benissimo per poter capire, e non è giusto che io lo giudichi. Siamo dei professionisti, ognuno agisce a proprio modo. Ha fatto una scelta, e poi l'Italia ha preso comunque un grandissimo allenatore come Spalletti, il miglior interprete del calcio in Italia negli ultimi due anni. Gli arabi offrono tanti soldi? Il problema è di chi non li prende. Comunque è un mercato drogato, ma questo vale anche per la Premier. Se un club di quel campionato vuole andare su un giocatore di quello italiano, noi abbiamo perso in partenza. Ci vuole tempo per ricostruire il nostro calcio, a partire dai settori giovanili".