Marco Giampaolo, tecnico del Torino, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Torino Channel alla vigilia della sfida contro l’Atalanta. Queste le parole dell'allenatore granata che è tornato anche sul rendimento dei singoli.
Giampaolo prima dell'Atalanta
Alibi? «Non vogliamo prenderci alibi. Abbiamo lavorato pur rispettando le regole. Abbiamo sostituito allenamenti in cui non potevano esserci contatti fisici con lavori di altro tipo. La squadra ha lavorato bene e preparato la partita al meglio delle nostre possibilità che non sono poche. Siamo pronti per affrontare una squadra forte, che gioca insieme da molti anni. Per noi è una partita bella e stimolante, che ci permetterà di capire chi siamo. Sono contento di giocare una gara di questo livello perché ci dà delle misure per il lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi, per capire anche quali sono gli aspetti caratteriali».
Migliorare? «Bisogna ripartire dalle cose positive e dai principi che ci stanno caratterizzando da quando sono arrivato a Torino. Ho ribadito che serve moltiplicare le cose fatte bene, anche per difendere tenendo la palla. Siamo lontani dalla mia visione di calcio, ne sono consapevole, ma mi rende fiducioso vedere come i calciatori si allenano e come cercano di mettere in pratica il mio pensiero, con grande attaccamento. Questo mi conforta perché so che con il tempo e con il lavoro non possiamo fare altro che migliorare».
Verdi? «Fondamentalmente è un esterno, un’ala. Un sotto-punta se giochi con due attaccanti. Io lo vedo più finto attaccante che attaccante. Non lo vedo nei due attaccanti ma come trequartista. Stiamo lavorando con lui e Berenguer, hanno caratteristiche diverse ma tutti i calciatori sono risorse importanti. C’è chi giocherà 35 partite e chi 5, ma tutti dovranno dare il proprio contributo. Mi piace poco parlare di titolari e riserve, ma di un collettivo con un suo carattere e una sua identità. Poi è chiaro che la qualità individuale deve essere il fiore all’occhiello. Ma prima viene la squadra: e quando giocheremo ogni partita senza pensare di averla persa prima, allora potremo dire di aver fatto un passo avanti. Nel senso che dobbiamo avere la consapevolezza di poter fare una grande prestazione contro chiunque».
Stadi? «Il calcio senza spettatori è triste. Poi deve andare avanti per le tv e per gli interessi economici, ma senza i tifosi il calcio perde la sua poesia. Ci sarà la riapertura per mille spettatori, spero che si possa aumentare anche se siamo ancora in difficoltà con il Covid. I mille spettatori almeno ci coloreranno un po’ il sabato, a noi e a loro stessi. E’ un piccolo passo, speriamo verso cose migliori».