Inizia con una sconfitta la nuova avventura di Aurelio Andreazzoli sulla panchina dell'Empoli. Il tecnico dei toscani, fermi a quota 0 punti e 0 gol dopo cinque giornate, predica calma dopo il ko con l'Inter nelle sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Dazn.

Empoli-Inter, le parole di Andreazzoli a fine partita

"La nostra partita l'abbiamo vinta perché ci eravamo posti l'obiettivi del confronto. Di fronte a una squadra che ha qualità estrema e una struttura fisica che ti mette in difficoltà. Siamo riusciti a fare quello che volevamo fare. Mi sembra che siamo riusciti anche a metterli in difficoltà negli ultimi 20', è stata una reazione che mi aspettavo, che pretendo e di cui avevamo necessità. Ho fatto ai ragazzi un plauso convinto, ma non avevo dubbi perché quando guardi le persone negli occhi ti rendi conto se possono darti e loro possono dare".

"Ogni volta che sono entrato in una clinica o in un ospedale non ho mai visto positività, mi rifaccio a questo. Dobbiamo metterci alle spalle le quattro partite precedenti perché dovevamo cominciare un percorso e l'abbiamo cominciato in maniera soddisfacente. La necessità di avere felicità e partecipazione al gioco c'è. Questo lavoro deve essere un gioco. Ho detto a fine primo tempo a uno dei miei: 'Se non ti diverti cosa sei venuto a fare? Perché hai paura a giocare?'. Poi si è visto che si divertiva e ha partecipato, altrimenti l'avrei tolto dopo 10'".

Cosa deve migliorare l'Empoli

"Non possiamo basarci su squilli di qualche stella, anche perché stelle non ne abbiamo. Abbiamo calciatori che possono partecipare a un'idea di gioco, dobbiamo metterli nella condizione di appoggiarsi al gioco, a un'identità, alla voglia di combattere come fatto oggi. Se io sarò capace di dare quest'impronta alla squadra allora l'Empoli può guardare a un futuro un po' più tranquillo di quello che esprime ora la classifica. Ce la metteremo tutta, speriamo che io sia bravo a farlo".

Il lavoro di Shpendi

"Ha lavorato troppo per quello che gli chiedevo io. Sono stato costretto a farlo venire in panchina perché non riuscivo a farmi capire, io volevo che stesse attaccato ad Acerbi, invece lavorava tanto per la squadra e spendeva troppe energie. Poi sono riuscito a farmi capire, ma dovrò lavorarci ancora. Io non lo conoscevo, ma credo che può darci tanto".