Mario Balotelli, attaccante del Genoa, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Outpump

Intervista a Balotelli

Fuori dal campo? “Mi sono reso conto solo recentemente dell’impatto culturale che ho avuto. Lo star system non mi ha mai affascinato. Ho sempre preferito stare con i miei amici di infanzia”.

Calcio?  “Avrei potuto essere più continuo, in certi momenti potevo fare di più. Ma sono felice per ciò che ho fatto".

Estero? “Ho avuto la sensazione di essere più celebrato fuori dal mio Paese. In Inghilterra, anche i tifosi rivali avevano rispetto”.

Problemi? “In alcune situazioni sono stato trasformato in capro espiatorio. Non è colpa dei giornalisti, ma di figure del calcio che non si assumevano responsabilità. Tante critiche erano giuste, altre totalmente infondate“.

Razzismo? “Le critiche no, ma gli insulti sì: quelli erano razzisti”.

Raiola? “Non lo vedevo più come un agente, era come uno di famiglia. Aveva una testa geniale, parlavi con lui di tutto: business, psicologia, futuro. Il momento in cui mi sono sentito davvero forte? Quando ho visto mia madre piangere allo stadio, dopo la mia doppietta contro la Germania. Lei non veniva mai, non le interessava il calcio. Quello fu il momento in cui capii di aver fatto qualcosa di grande”.