Simone Padoin al momento è svincolato dopo l'esperienza all'Ascoli in Serie B. Il calciatore ha trascorso buona parte della carriera alla Juventus, dove aveva acquisito il ruolo di "talismano" del club bianconero. Questa la sua intervista rilasciata in esclusiva a Cronache di Spogliatoio

Intervista a Simone Padoin

"Eravamo in tournée e arrivammo a Shanghai. Scendemmo e i tifosi cinesi iniziarono a cantare il coro dello Stadium: ‘Che ce frega di Ronaldo noi c’abbiamo Padoin. Mi sorprese e ho capito quanto amore ci fosse per il calcio in quei luoghi. Saluto alla Juventus? Sono state parole che mi sono uscite facilmente, dal cuore. Aveva lasciato Torino e in tanti mi scrivevano, era partita una petizione su Instagram per salutarmi. Lo ripeto: è stata un’esperienza unica, mi sentivo un privilegiato perché avevo meno qualità rispetto agli altri e dovevo dimostrare il mio valore non solo in gara, ma ogni giorno. La Juve mi ha tolto e mi ha lasciato tantissimo, era l’occasione della vita".

Padoin su Vidal e Conte

"Vidal era un pazzo totale. Su di lui ho gli aneddoti migliori. Quando andavamo in ritiro avevamo le guardie del corpo che ci controllavano. Non potevamo uscire
e lui trovava sempre sotterfugi per eludere la sicurezza e andare in giro. Una volta si nascose in un armadio e poi per le scale pur di scappare. Possiede una scuderia in patria. Noi andavamo a cena alle 8 in ritiro, Vidal arrivava sempre a filo e si metteva a tavola con il telefono per guardare le gare dei suoi cavalli. E noi facevamo gruppo intorno per seguirla con lui. Vincevano spesso. Storari sbroccava quando perdeva le partitelle. Quando rientrava nello spogliatoio esplodeva di rabbia, il nostro nutrizionista ci faceva trovare delle brocche piene di frutta secca da bere per idratarci e lui tutto incazzato una volta le prese e le tirò via. In fondo c’era proprio Arturo, davanti al proprio armadietto, e gli bagnò tutti i vestiti di frutta secca sciolta".

"Conte?Eravamo in tournée a Miami e ci aveva concesso la serata libera. Il giorno dopo saremmo ripartiti per l’Italia, così uscimmo e tornammo davvero tardi. Pensavamo che l’allenamento sarebbe stato tranquillo. E invece al mattino ci sfondò, non ebbe pietà. Lo ripeterò sempre: prima di incontrare Conte giocavo a pallone, dopo averlo incontrato ho giocato a calcio. Ero cambiato a livello di testa, anticipavo le decisioni e ogni movimento aveva un determinano senso. Non c’era istinto, anche un movimento a vuoto poteva dare benefici a un compagno".

Padoin su Scamacca e Ibrahimovic

"Non scherzo, Scamacca è un piccolo Ibra. È ancora macchinoso ma nelle ripetute, quando voleva spingere al massimo, andava al doppio. Mi ricorda Zlatan, anche lui fisicamente mostruoso: Folletti, preparatore dello staff di Allegri con noi alla Juventus, mi disse che con Ibrahimovic al Milan non aveva mai visto niente di simile. Lo provocava e dava il 100% con risultati fisici assurdi"