Reduce dal successo roboante ai danni della Lazio, Vincenzo Italiano si gode i progressi del suo Bologna, con la voglia di chiudere al meglio la stagione.
Il tecnico rossoblu ha parlato di questo e di tanto altro in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola.
Bologna, le parole di Italiano
"Il quinto gol alla Lazio? È stata la sintesi di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte. Che è tutto coinvolto, in un’azione portata avanti da tre giocatori nuovi su quattro. Di un gruppo che, chi gioca e chi no, è unito, ed è un segnale molto, molto bello per cercare in questo finale di stagione di avere molte più chance perché abbiamo una serie di partite una più tosta dell’altra, dal campionato alla semifinale di Coppa Italia".
La scelta Bologna e il rapporto con Firenze
"Tutti pensavano che sarebbe stata una 'Missione Impossibile': ecco, proprio questo c’era scritto sui messaggi che ricevevo. Questa era la panca più bollente dell’universo. Che cosa rispondevo? Dopo aver parlato con tutti i componenti della società mi sono tranquillizzato. Sapevo delle eventuali difficoltà, come è realmente successo, ma scortato da compagni di viaggio che potevano darmi una grossa mano per non fare troppi... danni.
I tre anni di Firenze sono un po’ macchiati da quelle finali, ma tanti sanno quali e quante cose sono passate in quel tragitto. Chiaro che perdendole qualcosa viene offuscato, ma sono stati tre anni fantastici. Chiaro che l’allenatore è giudicato dai risultati, ma quel che mi hanno chiesto ho dato, anzi forse di più. Per me il percorso conta tanto: qua sembra che sia più bravo chi esce agli ottavi e chi invece perde le finali è una capra. No no...".
Le finali perse con la Fiorentina
"Certamente meritavamo di alzare anche solo una coppa. Quanto penso a una finale in Coppa Italia? Ci penso. Intanto bisogna vincere la semifinale e non sarà semplice: l’Empoli ha battuto tutte squadre fuori casa; io non ho mai vinto là, nè in A nè in B. Sono 180’ e vanno giocati. Detto ciò, pensare di poter portare 30-35 mila bolognesi a Roma e al primo anno qui per me sarebbe un sogno che tutti abbiamo, un qualcosa di impagabile".
Il finale di stagione
"Il calcio è come un albero di arance. Seminare è più semplice che raccogliere e la raccolta si traduce in obiettivi: Coppa Italia, semifinale e magari finale; e in campionato cercando di puntare al massimo. A seminare ci abbiamo messo un secondo, ma per vedere i frutti dipende dal clima, dall’acqua, dagli insetti, dal sole, dalle piogge. Ora la parola chiave sarà umiltà".
Cruijff, gli elmetti e Trapani
"A Trapani sulla lavagna scrissi 'Nessun limite, solo orizzonti': quella lavagna venne portata allo stadio, la ritrovai dopo 9 mesi in sala stampa, era stata girata, guardo sul retro e rivedo la mia frase, firmato mister. È rimasta come frase simbolo. Gli elmetti? Nasce dal magazziniere dello Spezia, che quando c’erano delle gare che contavano tirava fuori l’elmetto e ogni volta che lo estraeva ('Oggi c’è bisogno dell’elmetto') si vinceva. Ce l’ha lui e forse lo fa ancora... Cruijff perché da quando ho iniziato a vedere immagini da giocatore e da allenatore, beh, un maestro. E quando venne a mancare nel mio stato whatsapp ho messo una sua foto per omaggiarlo".
Il rinnovo di contratto
"Con onestà devo dire che non si è ancora discusso di niente. Ma... c’è tutta la mia disponibilità".
I giocatori in crescita
"Io devo parlare di crescita di squadra. Una crescita che porta Orsolini in doppia cifra per il terzo anno, Ndoye ha lavorato tutti i giorni per arrivare a fare 7 gol, ma anche i giovani: Castro, Dominguez, Fabbian, ragazzi con qualità e carattere. Crescere vuol dire essere stimati dal gruppo. Sono stati bravi loro: c’è il lavoro dell’allenatore, ma anche la loro disponibilità".