Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, ha parlato della nuova stagione nel corso di un'intervista concessa a L’Unione Sarda. Queste le parole del numero uno dei sardi.

Intervista a Giulini

Serie A? «La Serie A è più difficile. E io, dieci anni fa, entravo in società con l’ambizione, l’entusiasmo e l’incoscienza di chi pensava: “Possiamo vincere tutto e subito”. Oggi sono certo del contrario. Dieci anni fa facevo questo lavoro quasi solo per passione. Adesso so che se nel prossimo campionato abbiamo delle chance in più di vincere è perché questo lavoro lo svolgo come un mestiere».

Riva? «Era il 2020, poco prima della pandemia, l’unica volta che ho litigato con Gigi. Insieme a Nicola, suo figlio, eravamo riusciti a convincerlo a fare il presidente onorario. Io ero al settimo cielo. La squadra in un momento magico. Anche lui pareva felice. Avevamo già fatto un comunicato. Arrivavano a Gigi messaggi di congratulazioni da tutto il mondo. All’improvviso mi chiama. Mi apre, scuro in viso: “Tommaso! Ho cambiato idea. Da quando abbiamo deciso non dormo più la notte. Troppo stress. Rinuncio”. Io gli rispondo e faccio male»

Fischi? «Ho la freddezza necessaria per prendermeli tutti. È il mio mestiere: portare la croce. Io dopo la salvezza non ho dormito tre giorni per la gioia. Molti tifosi sognano un presidente Paperone. Il bello è che quando penso da tifoso lo voglio pure io, un Paperone Giulini. Adesso so che non basta». 


Calciatori? «Rog, Nainggolan, Joao Pedro, Simeone, Nandez, solo per citarne qualcuno. Un investimento enorme. Ma quelle nuvole nere di Lecce ci rubarono l’attimo, la scintilla: in Serie A serve anche un po’ di culo. Penso a Rog. Due gambe e tre crociati. Pavoletti due crociati. Non mollano mai e io non lo dimentico: quando Marko tornerà dal prestito alla Dinamo Zagabria, a gennaio, il mio sogno più grande è che diventi una marcia in più per tutta la squadra».

Giulini sugli allenatori

Ranieri? «È venuto a fare una lectio magistralis ai dirigenti Fluorsid di tutto il mondo. E si era dato come tema: “La capacità del leader di riconoscere l’errore”. Capite l’uomo? Nessuno sa gestire le anime come lui. Ha inculcato nel cranio ai giocatori che si può vincere fino al 98′. Lo dicono tutti, senza riuscirci, lui lo ha fatto. E ci siamo salvati proprio in quei minuti».

Nuova stagione? «Nicola ha raggiunto almeno tre salvezze miracolose (Crotone, Salerno ed Empoli). Siamo pari su quel piano. Come sarebbe bello fare il salto insieme. Chi arriva tardi vince meglio, c’è lo insegnano Gasperini e Sarri. Kingstone? L’abbiamo preso su un campetto di polvere della Serie B, in Zambia, vedendolo fare tre cose pazzesche in campo. Un gesto d’impulso. Abbiamo visto i suoi occhi brillare di speranza. Quando ha segnato il suo primo gol in Serie A ho provato un’emozione fortissima».