Nel corso della presentazione di Rudi Garcia come nuovo allenatore del Napoli, è intervenuto naturalmente anche il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha spiegato i motivi della scelta del tecnico francese, gli obiettivi del Napoli e tanto altro. 

Sulla scelta di Rudi Garcia 

"Ho dato a voi giornalisti una serie di diversivi, altrimenti mi avreste tartassato. Non c'è mai stato un vero e proprio casting, anche perché ho pensato al nuovo allenatore dal 5 giugno in poi, ossia dopo la festa scudetto del Napoli, che mi ha impegnato per tre settimane piene avendo coinvolto anche la Rai in una cosa molto bella. Dunque in meno di quindici giorni ho scelto l'allenatore, devo dire che ho letto la lista fatta da voi e sono rimasto, non solo per quello, colpito da Rudi Garcia. Un allenatore che predilige il 4-3-3, modulo che ha sempre adottato; è arrivato secondo in Serie A con la Roma, e poi con il Lione ha fatto cose interessanti in Champions League, competizione a cui tengo. Così l'ho chiamato, e siamo subito entrati in sintonia".

La permanenza di Osimhen 

"Con lui ho parlato qualche giornata prima della festa scudetto. Quando l'ho preso non mi sono sbagliato, è un calciatore che è legato a questa città, ha dato tanto come uomo. Osimhen deve rimanere, l'ho già detto in più occasioni: poi se arriva un'offerta che farebbe bene al Napoli, a quel punto valuteremo. Tra noi c'è massimo trasparenza, c'è già l'accordo per il prolungamento di altri due anni con il Napoli".

Il primo incontro con Garcia

"Vi dico molto sinceramente che di lui mi ha colpito subito la spontaneità, l'immediatezza. Il nostro rapporto è iniziato davvero bene, c'è stata la razionalità di far leggere i nostri contratti ai suoi avvocati. Tutto qui, ho avuto la sensazione che ci fossimo quasi incontrati per caso, tutto molto naturale".

Sul livello di competitività 

"E' chiaro che è tutto molto più stimolante, dopo la stagione appena conclusa. Lo scudetto? Non basta, perché al massimo pareggi quanto fatto, l'Europa? Eh dite che non basta. Insomma, io dico che questo calcio va cambiato, ci sono tanti cervelli da dover convincere".