Lewis Ferguson, centrocampista del Bologna, è intervenuto ai microfoni della Lega Serie A. Il centrocampista ha parlato in particolare del suo arrivo in Serie A e dell'infortunio al crociato che lo ha tenuto ai box negli ultimi mesi. Ecco le sue dichiarazioni:

Bologna: le parole di Ferguson

"Bologna è un posto speciale, penso che quando sono venuto qui dopo pochi mesi mi sono sentito a casa. Il rapporto con il club, i tifosi, lo staff e i giocatori è ottimo. E quando c'è questo rapporto ti senti a casa, questo ti permette di rilassarti e di giocare meglio quando sei felice fuori dal campo. Per me è stato così, con questa città e le persone fantastiche che mi supportano, il loro amore è straordinario e lo sentiamo come squadra. Spero solo che possa continuare così".

Ferguson sull'infortunio

"La cosa più difficile da affrontare? È stato il mio primo grave infortunio. Sono un professionista da ormai sette anni e penso che in questi anni ho saltato al massimo tre partite. Non mi sono mai infortunato prima né ho avuto problemi muscolari prima. Per il mio corpo è stato uno shock, è stato davvero difficile. Penso che le prime due, tre settimane sono state le più dure perché da allenarti ogni giorno, dal giocare partite e restare in questo ciclo tutto si ferma. E per me è stato difficile perché mi piace mantenere un ritmo, avere buone abitudini ogni giorno. E all'improvviso tutto cambia. Ma una delle cose peggiori è stato pensare al ritorno. 'Come sarò quando tornerò?', ti chiedi. La notte dopo l'intervento giocavano Milan e Roma in Europa League, guardavo le partite dalla TV in ospedale e la mia testa era un disastro. Stavo guardando questi ragazzi con cui gioco contro ogni settimana e pensavo che fosse impossibile che non riuscissi a muovermi come loro o girarmi come facevano loro, fare contrasti. Volevo guardare le partite perché amo guardare il calcio ma è stato difficile, la mia testa era un disastro".

Ferguson su Thiago Motta

"Quanto mi ha aiutato nella mia crescita? Molto, quando sono venuto a Bologna non c'era ancora. C'era Mihajlovic, ma non ho giocato molto per quel paio di mesi. Quando Motta è arrivato mi ha dato un tipo di fiducia diverso, mi ha schierato titolare contro il Napoli fuori casa. Da lì ho giocato titolare quasi in tutte le partite che abbiamo giocato. Forse solo in due o tre partite non ho giocato. Mi ha trasmesso molta convinzione e fiducia, quando un allenatore crede in te poi vuoi ripagarlo con buone performance. Ho imparato molto, è davvero un buon allenatore. Voleva giocare molto sia con il pallone che senza con intensità e pressing. Tutto si adattava al modo in cui volevo giocare a calcio e ho molto di cui ringraziarlo".

Ferguson sulla Serie A

"Quando sono arrivato volevo avere un buon impatto sulla squadra, l'unica cosa che volevo fare era aiutare la squadra quindi ho fatto tutto ciò che potevo per riuscirci al massimo delle mie abilità. Era il mio scopo quando sono arrivato. Ovviamente volevo segnare gol e vincere partite, ma volevo solo contribuire al meglio. Trasferirmi qui mi ha cambiato come giocatore, penso che se mi guardo due anni fa e mi guardo ora sono ad un punto decisamente migliore come giocatore, sento di essere cresciuto molto. Penso sia perché abbiamo avuto un grande allenatore e una grande squadra, abbiamo giocato con uno stile calcistico davvero bello, con grande intensità. Inoltre ogni settimana giochi contro alcuni dei giocatori migliori al mondo. Se vuoi crescere e diventare un giocatore migliore devi uscire dalla tua comfort zone e metterti alla prova contro questi ragazzi, penso che ci sono riuscito negli ultimi due anni e sento di essere migliorato, penso ci sia ancora tanto altro in cui migliorare".