Roberto D’Aversa, mister dell'Empoli, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al Corriere della Sera tornando sulla stagione dei toscani e sull'esperienza a Lecce.

Intervista a D'Aversa

Organico? «Ci sono tanti giovani forti. Solo da noi Fazzini, Viti, Colombo, Esposito, Pellegri. Ma farli giocare è sempre difficile. A noi allenatori vengono chiesti punti e questo ci spaventa».

Lecce e testata? «Quando sono rientrato a casa, Claudia, mia moglie, mi ha guardato: “Ma cosa hai fatto?”. Poi subito dopo: “Ormai è successo, rialzati e vai avanti”. Sono stato molto fortunato a incontrarla. Passo poco tempo in famiglia, l’artefice della buona educazione dei miei figli è lei. Li porta a scuola, li accompagna a fare sport. Forse non glielo ho detto abbastanza, ma lei sa l’importanza che ha nella mia vita e nella loro. Gliene sarò per sempre grato»

Vita? «E ti può riservare delle brutte sorprese. Mia mamma è a letto da un anno, quando ero a Lecce è stata colpita da un ictus. Le ha salvato la vita un’infermiera che è intervenuta in tempo. Adesso sta meglio, anche se non ha recuperato la mobilità a una gamba. Per non trascurare il mio lavoro, sono andato a trovarla solo due volte in un anno. É una cosa di cui mi vergogno».

Conte?  «É il migliore a ricostruire, lo dice la sua storia. Lui non vuole partecipare, vuole vincere. Lo può fare, perché ha una squadra forte e non ha le coppe. Non me ne voglia il mio amico Inzaghi, ma faccio il tifo per Antonio».