Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, è intervenuto in conferenza stampa facendo il punto sul mercato estivo e sulla situazione relativa ad Albert Gudmundsson.

Fiorentina, Pradè in conferenza

Di seguito le sue dichiarazioni:

Su Gudmundsson

"La trattativa più difficile? Quella di Gudmundsson. È partita a gennaio ed è finita ora a fine mercato, ma le operazioni nel calcio sono sempre stranissime. Una settimana prima non esistono e poi sì. È stata un'operazione lunga anche per questo. Ma sappiamo che il calciatore rischia poco e nulla, noi comunque siamo tutelati in tutto. Tutto ruota attorno a quando esce la sentenza: se arriva entro il 15 giugno dell'anno prossimo, sapremo come muoverci anche col Genoa, avendo preso il giocatore in prestito. Chiaramente prima di comprarlo abbiamo valutato tutto, ci siamo tutelati al 100% e Gudmundsson è strasereno".

Su Nico Gonzalez

"La finale di Conference è stata la delusione più grande di questi anni, tutti pensavamo di vincere. Ci ha lasciato delle cicatrici, per questo c'è stato un cambiamento da parte nostra su ciò che doveva ricrearsi. La finale di Copa America ha inciso molto sulla testa di Nico Gonzalez: quando presentai Palladino dissi "al 99% resta con noi". Menomale ho tenuto quell'1%, è stata la mia salvezza. Sì, quella finale ha cambiato la testa di Nico".

Su Kean

"Tutte le scelte che abbiamo fatto sono state condivise col presidente, con Goretti, con Ferrari e Palladino. Dopo l'allenatore, Kean è stato il primo acquisto. Siamo stati veloci nel prendere ciò che per noi era la priorità. Con la Juve non c'è alcun filo diretto, sono le dinamiche del mercato. McKennie, Arthur, Kostic... sono state tutte trattative di mercato: non c'è nulla di concreto con la Juve per quanto riguarda le operazioni fatte con loro. Kean lo volevamo fortemente già a gennaio, ora lo desiderava anche il mister oltre a noi".

Su Palladino

"È stato un mercato strano. Pochi giorni prima della gara di Bergamo, Italiano ci ha detto che non sarebbe rimasto e poco dopo abbiamo preso Palladino. Che è arrivato qua e cercava un attaccante, glielo abbiamo preso subito".

Su Amrabat

"Poi c'era la situazione Amrabat che era un punto interrogativo: noi volevamo tenerlo, lui non era d'accordo. Ha trovato un club che a livello economico lo soddisfava di più e ci siamo allontanati. Ma un centrocampista lo volevamo prendere ugualmente".

Su Cataldi

"Lo cercava il mister, io lo conosco da quando è bambino. Questa sua leadership ci darà tanto".

Su Kayode

"Tra noi e il suo agente c'è un ottimo rapporto, ha avuto diverse offerte. Abbiamo anche pensato di cederlo, sì, ma il presidente non l'avrebbe mai fatto. Non glielo abbiamo nemmeno chiesto, sarebbe stato anche difficile da spiegare. Kayode poi ha ancora grandissimi margini di crescita, non è ancora pronto per un certo salto. Non abbiamo fatto trattative in modo concreto con altri club, puntiamo molto su Kayode".

Su Tessmann

"Non c'è stato l'accordo, mentre con lo scouting il giocatore che abbiamo preso è Richardson. E le Olimpiadi ci hanno confermato la scelta".

Su De Gea

"Trovami un club che può dirti di non avere ambizione. Ognuno ce l'ha, poi c'è chi spende in quanto top club. La nostra ambizione è stare lassù, essere felici che un calciatore come De Gea scelga noi. Poi su quale sia l'obiettivo finale non lo so: forse è ripeterci, come le finali, ma vincendo. Noi vogliamo vincere le partite, ogni campo è un terreno di conquista".

Su Parisi

"Non abbiamo mai pensato di cederlo, è in un percorso di crescita e con due giocatori come Gosens e Biraghi sarà sempre un calciatore importante".

Su Pongracic

"Un'operazione strana: potevamo cedere Milenkovic e prendere subito Pongracic. In tre giorni, così, abbiamo fatto entrambe le cose. Poi sul giocare a tre o a quattro, sono valutazione che deve fare il tecnico, non la società".