Dallo scudetto del 1988 a quello del 2011, dalla Coppa dei Campioni del 1989 al Camp Nou a quella di Atene nel 2007, nel mezzo trionfi in Italia e nel mondo: Silvio Berlusconi ha cambiato la storia del Milan e del calcio italiano, e nel giorno della scomparsa di uno dei presidenti più vincenti nella storia dello sport mondiale è impossibile scindere la cronaca dal riepilogo di un palmares incredibile dalla fine degli anni 80 fino al passaggio di mano, avvenuto a metà del decennio scorso. Poi Silvio Berlusconi era diventato proprietario del Monza, e lo è stato fino alla sua morte.
Milan e Berlusconi, trent'anni di trionfi
Era il 20 febbraio 1986 quando Berlusconi arrivava a prendere il Milan in un'aula di tribunale, evitando il fallimento del club già con una stella e due Coppe Campioni vinte, dopo la presidenza di Giussy Farina. E la missione di diventare la squadra di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo, come il presidente rossonero era solito dire non senza orgoglio. E il Milan di Berlusconi ci riuscì nel giro di 4 anni, con importanti investimenti, Sacchi alla guida, il trio olandese in campo e il fido Galliani sempre più in cabina di regia nel corso degli anni. Anzi, decadi: tre con Silvio Berlusconi alla guida, e trionfi da Sacchi ad Allegri: 8 scudetti, una Coppa Italia e 7 Supercoppe in Italia, fuori dall'Italia 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe e una Coppa del mondo per club, e l'impronta storica di una squadra votata più alle notti europee che ai confini nostrani. Dal campionato 1987-88, con sorpasso al Napoli di Maradona, alla Supercoppa di Doha contro la Juventus con Donnarumma a ipnotizzare Dybala dal dischetto, il conto vertiginoso è di 29 trofei ufficiali in 31 anni di proprietà.
Berlusconi, dalla notte con la Steaua aa Atene
La leggenda del Milan di Berlusconi nasce, ma certamente non finisce, nella notte del 24 magglo 1989 a Barcellona: di fronte ai rossoneri la Steaua Bucarest, un esodo di tifosi rossoneri al Camp Nou, dopo che la squadra di Sacchi aveva maciullato 5-0 il Real Madrid a San Siro nella semifinale di ritorno. Fu poker con le doppiette di Van Basten e Gullit, e il primo indimenticabile trionfo europeo per quella che per molti è la squadra più forte e bella di tutti i tempi. Non fu l'unico: da Barcellona a Vienna, da Atene a Atene, passando per la notte delle notti, la finale tutta italiana di Manchester, contro la Juventus, dopo aver superato l'Inter in semifinale di Champions. Non mancano anche le lacrime: l'Olympique Marsiglia, l'Ajax, il Liverpool prima della rivincita. Ma quando suonava la famosa musichetta, c'era da giurarci, il Milan di Berlusconi c'era quasi sempre. E resta, nella storia del calcio italiano e di quello mondiale, come il segno dei tempi del dominio della scuola tricolore sul pianeta. Con il Milan capofila, e campioni innumerevoli: dagli olandesi a Shevchenko, da Savicevic a Ibrahimovic, da Boban a Seedorf, da Papin a Weah a Ronaldinho, e l'identità italiana garantita da almeno tre generazioni di leggende, da Baresi a Maldini, da Albertini a Gattuso, da Nesta a Inzaghi.