Cesare Casadei, centrocampista del Chelsea, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport tornando sul suo momento in Premier League.

Intervista a Casadei

 
Ruolo, sei diventato un “tuttocampista”?
«Mi piace il termine, sì. In questo ruolo devo svolgere le due fasi: quella di costruzione, offensiva, e quella di rottura, difensiva. Le mie doti atletiche sono d’aiuto per recitare bene la doppia parte».  

 
Maresca?
«Quando ho visto in estate arrivare Maresca a Stamford Bridge ero emozionato. Ci conoscevamo già perché è stato il mio allenatore nei primi sei mesi della scorsa stagione al Leicester City». 
 

 
E le tue ambizioni, i tuoi obiettivi? 
«Diventare un calciatore importante per il Chelsea. Darò sempre il massimo, il meglio di me, lavorando duro negli allenamenti per continuare a migliorare e accumulare minutaggio». 
 

Mercato: Napoli, Milan, pure la Juve?
«Dopo aver parlato con l’allenatore, ero sicuro al 100% che la decisione di restare sarebbe stata la migliore. Maresca mi ha detto cosa ne pensa, non ho avuto dubbi. Sono rimasto qui senza valutare possibili prestiti. Né al momento lo penso per il prossimo mercato invernale. Non potrei essere più orgoglioso di giocare per il Chelsea. Lo spirito di competizione è stato proprio uno dei motivi per cui ho deciso di non andar via».  
 
Paragone con Milinkovic-Savic, a Rodri e anche a Ballack?
  «Ne sono lusingato, mi sono ispirato al serbo ora in Arabia. Ci accomunano ruolo e caratteristiche fisiche: io sono alto 1,90 e peso 88 chili. Ma ho tanta strada da percorrere. Da bambino avevo come idolo Kaká e parteggiavo per il Milan. Sono però diventato un professionista e la mia prima squadra in A è stata l’Inter, con cui non nutro nessun rancore per la cessione». 
 
Il complimento più bello, il meno atteso? 
«Quelli che mi ha fatto il centrocampista uruguaiano “El Pajarito” Valverde del Real Madrid dopo i Mondiali Under 20 dell’anno scorso. Sono rimasto sorpreso e onorato nel leggere il suo post sul mio profilo Instagram». 
 
 
Pensieri azzurri? 
«Ogni calciatore italiano sogna d’indossare la maglia della Nazionale A. Bisogna meritarsela. Col lavoro e l’umiltà. Ora io gioco nell’Under 21. E guardo Pisilli, Daniel Maldini, Gabbia convocati da Spalletti per prima la volta. Bello... ».