29 gennaio 1995. Prima della partita Genoa-Milan viene accoltellato a morte un giovane tifoso rossoblù, Vincenzo Spagnolo. L'omicida risulta essere un ragazzo di appena 18 anni, di nome Simone Barbaglia, che all'epoca frequentava solo da poco la curva del Milan. L'assassino venne condannato a 14 anni e 6 mesi di carcere, ma uscirà molto prima, nel 2006, grazie all'indulto.
A quasi vent’anni da quel tragico Genoa-Milan che vide la morte di Spagna, pugnalato davanti al Ferraris, papà Cosimo ricorda con commozione e amarezza quella tragedia e chiede alla tifoseria rossoblu di non cadere nelle provocazioni, come riportato nell’edizione odierna de Il Secolo XIX: “Non andrò allo stadio, non me la sento ma il mio appello è che non accada nulla, che i tifosi del Genoa non diano seguito alle eventuali provocazioni e che Genoa-Milan sia una semplice partita di calcio”.
Poi prosegue: “La guardia deve restare alta, non bisogna abbassarla – prosegue il signor Cosimo – In questi anni ho parlato con i ragazzi, chiedendo loro di evitare che accadessero incidenti o altri problemi. Hanno capito e infatti non è successo niente. La speranza è che quello che è accaduto a mio figlio non si ripeta più e sia di insegnamento per il futuro, per tutti. Nessuno deve mai più perdere la vita andando allo stadio per una partita di calcio, mai più”.