Goran Pandev si racconta. L'attaccante ex Genoa, volato a gennaio al Parma, ha concesso un'intervista al "Corriere della Sera" in vista dei playoff Mondiali tra l'Italia e la sua Macedonia del Nord.

Sulla sua assenza in Nazionale

"Sì, è la partita che non avrei mai voluto, soprattutto in semifinale. La Macedonia per me è tutto, ma l’Italia mi ha dato tutto, è il Paese dove sono nati i miei figli. Giocare con i campioni d’Europa in trasferta per noi non è certo l’ideale: l’Italia, come il Portogallo con la Turchia, è favorita. Ma è anche vero che la pressione è tutta su di loro. Siamo più attenti e motivati, è vero. La mentalità balcanica è questa, puoi vincere in Germania perché tutti vogliono affrontarla per misurarsi e mettersi in mostra. Prima dell’Europeo avevo detto alla squadra che sarebbero state le ultime partite. Ci sono tanti giovani ed è giusto che facciano esperienza in gare così importanti".

Su Mourinho

"Mi ha fatto i complimenti, era orgoglioso di me e felice che avessi realizzato il sogno di giocare un Europeo. E che avessi finito nel miglior modo la mia carriera in Nazionale".

Sul calcio italiano

"Ci sono tanti giovani bravi e vincere un Europeo in casa dell’Inghilterra non è per nulla facile. Ma rispetto a vent’anni fa quando sono arrivato nel vostro campionato si è abbassato il livello tecnico. Anche per questo, tanti vecchietti come me, Ibrahimovic, Chiellini o Quagliarella, vanno ancora così bene".

Su Immobile

"È un grandissimo giocatore, forse in Nazionale sente un po’ di pressione, ma fa gol e aiuta tanto la squadra. È l’attaccante giusto per Mancini".

Pandev (Getty)
Pandev (Getty)