Non se la sta passando benissimo, Andrea Stramaccioni, che alla guida del suo Sparta Praga ha già scoperto le insidie del campionato ceco. Sconfitto nel derby contro lo Slavia circa 10 giorni fa, dopo 8 giornate l'ex Inter e Udinese è già a 10 punti dalla vetta, un risultato che ha portato alla dura contestazione dei tifosi, che hanno già salutato il tecnico con un eloquente "Arrivederci Stramaccioni". 

Il tecnico, in un'intervista a ExtraTime, ha però parlato con una certa sicurezza e voglia circa il suo futuro - ho firmato un contratto di 2 anni e rimarrò qui almeno fino alla fine della stagione" - dimostrandosi ottimista e volenteroso di cambiare le cose: "Il mio arrivo, con quello di 11 stranieri, è una rivoluzione per il calcio ceco: per la prima volta nello spogliatoio ci sono 5­-6 culture diverse. Sono consapevole delle difficoltà di alcuni. Arrivare in un nuovo campionato e in un nuovo Paese non è facile e non tutti riescono a brillare da subito. Mi ricordo quando Zidane arrivò alla Juve e nei primi mesi sembrava non essere in palla. I tifosi devono capire che non sono qui per fare una rivoluzione ma sono il primo mattone nel muro che il club ha deciso di costruire quest’estate”,   

HO INCONTRATO GLI ULTRAS, MA... - “Il torneo mi ha impressionato. Ogni gara è più impegnativa di quanto mi aspettassi: la qualità tecnica non è al top, ma le squadre sono molto organizzate a livello tattico e i giocatori possiedono grandi doti fisiche e atletiche. Siamo tutti arrabbiati per il disastroso k.o. di Brno. Ho incontrato i leader ultrà per un confronto. Quello che ci siamo detti resta tra noi”.