Romelu Lukaku, attaccante del Chelsea, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dei canali ufficiali dei Blues per commentare il suo ritorno all'ombra di Stamford Bridge. Queste le sue parole.
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Sul ritorno al Chelsea
"Sono molto felice di essere tornato, felice di vedere volti familiari, quindi non vedo l'ora di iniziare a lavorare con la squadra. Ho visto Hakim Ziyech, abbiamo fatto una chiacchierata e sono stato aggiunto al gruppo WhatsApp, domani vedrò il resto dei giocatori. La vittoria di sabato? E' una buona vittoria, vincendo 3-0, un risultato dominante, creando molte occasioni. Non abbiamo avuto problemi, è stato un bene.
Rispetto al Lukaku 18enne mi sento solo più completo. Ho cercato di padroneggiare tutte le sfaccettature di cui un attaccante ha bisogno e voglio solo continuare a migliorare nei piccoli dettagli e in quelli che sono i miei punti di forza. Voglio solo cercare di aiutare la squadra a vincere ed essere a disposizione del mister e dei miei compagni. Voglio assicurarmi che si sentano a loro agio che possano appoggiarsi a me in qualunque situazione".
Sull'essere un leader
"Sono un leader, mi assicuro che tutti si sentano a proprio agio. Questo è il mio modo di essere leader. Quando ero all'Inter, quando sono stato capitano della nazionale, mi sono assicurato che tutti avessero fiducia e sapessero cosa fare. Quando c'è un momento difficile nella partita, i miei compagni possono contare su di me e io li incoraggerò sempre, senza mai abbatterli o sbraitare contro di loro. Cerco di rimanere positivo e di assicurarmi di vincere la partita, perché è sempre la cosa più importante".
Sul ruolo
"Dipenderà dal piano di gioco e da ciò che il mister vuole che io faccia. Se vuole che sia un punto di riferimento o che io attacchi gli spazi dietro i difensori, posso farlo. I due anni in Italia mi hanno aiutato a padroneggiare tutti i dettagli del gioco di un attaccante e ora sono pronto".
Sulla Serie A
"L'Italia è tatticamente e tecnicamente un campionato migliore, ma qui in Inghilterra è tutta una questione di intensità. E' questo che fa la differenza, ma per me non è un problema perché sono stato qui 8 anni e so di cosa si stratta. Non è che sono un nuovo giocatore che entra e non sa bene cosa aspettarsi. Conosco il campionato, ho segnato tanti gol qui, ora guardiamo avanti. Sono una nuova versione di quel giocatore di prima. Mi sono evoluto e la squadra a cui mi unisco è una squadra molto forte".
Sul ritorno"Non parlo delle mie ambizioni personali, ma quelle del club. Ecco perché sono tornato. Il Chelsea vuole continuare a vincere, continuare a crescere come club e dominare davvero in Inghilterra e in Europa. Questo è qualcosa che volevo e sono qui ora, quindi tocca a me aiutare la squadra a raggiungere il suo potenziale".