A tutto Carlo Ancelotti. Intervistato da Goal.com, il tecnico del Bayern ha sottolineato l'importanza di aver ereditato la squadra da un mister come Guardiola, ma si è concentrato anche su aspetti meno convenzionali legati al mondo del calcio. Dal cinema alla cucina, passando per l'analisi del metodo Ancelotti: questo un estratto delle sue parole. 

PASSIONI – “Mi piace il cinema. Ci sono tanti film che mi piacciono, come ‘La vita è bella’, che ha permesso a Benigni di vincere l’Oscar, o ‘Il Padrino’, con Robert De Niro. Il mio attore preferito è lui. Adoro tutti i suoi film, ha talento. Certi film ti ispirano, ti motivano, influenzano il tuo stile di vita. A volte ho usato parti di film per motivare i miei giocatori. Prima della finale di Champions League del 2003, ad esempio, mostrai il discorso di Al Pacino in ‘Ogni maledetta domenica’ ai giocatori del Milan". 

GESTIRE LA PRESSIONE - "Mi piace cucinare, sono cresciuto mangiando maiale tutti i giorni, e ovviamente guardare una partita di calcio: il pallone è la mia passione. Mi si chiede spesso se io senta tanta pressione, ma non si può avvertire la pressione quando si fa qualcosa che si ama. Dopo circa un migliaio di panchine, riesco a gestirla meglio, a controllarla. Ma all’inizio ammetto che non era così”.

SONO UN ALLENATORE CALMO - “Penso sia importante avere un buon rapporto con le persone con le quali si lavora. Non ho mai avuto a che fare con persone arrabbiate. Mio padre era calmo, il mio primo insegnante era calmo, il mio primo allenatore era calmo. Non so se il mio carattere sia ideale per fare l’allenatore, ma io sono così. Si può essere arrabbiati perché un giocatore non si comporta bene". 

MA MI ARRABBIO QUANDO... - Ecco una cosa che mi fa perdere le staffe: quando un giocatore non è serio, professionale in campo. Quando è egoista. Non mi piace dire di essere un allenatore: sono una persona che fa l’allenatore”.