Su Canale Juve non siamo abituati a trattare con taglio fazioso vicende processuali che riguardano altre strade e non coinvolgono, neppure marginalmente, i colori bianconeri. Il garantismo è un faro che deve orientare interpretazione e critica dei fatti, siano essi fatti di mera cronaca oppure cristallizzati in sentenze, ancorché atipiche come quelle della giustizia sportiva.
Il caso di cui trattiamo riguarda un certo Antonio Salvi, fisioterapista e massaggiatore ( ma senza patentino ) finito in un’inchiesta della procura di Padova che indagava su alcuni farmaci vietati relativamente al ciclismo. Il nome di Antonio Salvi finiva per saldare il mondo del ciclismo e quello del calcio: il Salvi infatti esercitava le funzioni di massaggiatore per il Napoli Calcio. Fu fatto entrare “nello spogliatoio” dall’amico ed abruzzese come lui Morgan De Sanctis.
Il pubblico ministero di Padova trasmetteva il materiale alla procura antidoping presso il Coni che instruiva il procedimento innanzi il Tribunale Antidoping: all’esito del procedimento i giudici sanzionavano il Salvi con l’inibizione per due anni dal ricoprire cariche come tesserato presso le federazioni affiliate. In motivazione, si può leggere: “che Salvi fosse uomo del Napoli è fuor di dubbio. Attività da lui ammessa [...] e documentata dalle dichiarazioni rese da Alfonso De Nicola (medico sociale), Riccardo Bigon (direttore sportivo), Enrico D’Andrea (fisiatra), Morgan De Sanctis, Michele Pazienza e Salvatore Aronica (tutti giocatori all’epoca dei fatti)” , si legge inoltre nella sentenza, che questi “praticò stabilmente la funzione di massaggiatore e fu autorizzato dai dirigenti a esercitare in locali della società“.
Ed ancora: “iniziò a praticare l’attività di massaggiatore a favore di ben 16 giocatori persino nello spogliatoio dello stadio risolvendo problemi a Cannavaro, Pazienza, De Sanctis e Lavezzi“. Il portiere De Sanctis ha anche ammesso di aver fatto uninfiltrazione di Bentelan ( vietato ) e in un’intercettazione del febbraio 2010 lo stesso De sanctis raccomanda a Salvi di non portare nello spogliatoio “flebo o capsule magiche”. Scrive quindi il giudice: “Salvi non si limitava a massaggiare i giocatori ma era disponibile a sostenerli con prodotti medicinali vietati“.
Nicol Pozzi